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Reggio Calabria, chiesta proroga del commissariamento. Conti in rosso e rischio mafia

Il ministro degli Interni Angelino Alfano dovrà prorogare il commissariamento del capoluogo calabrese dopo gli allarmi della prefettura sul rischio di infiltrazioni mafiose e quello della Corte dei Conti sul buco in bilancio.
A cura di D. F.
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Il Comune di Reggio Calabria nel mirino della Corte dei Conti, che ha chiesto che lo stato di dissesto debba essere formalizzato, "nonostante gli sforzi" della Commissione Prefettizia che amministra Palazzo San Giorgio. Il piano di riequilibrio finanziario è stato giudicato "non congruo". E alla bocciatura della magistratura contabile si aggiunge anche un'altra tegola: la Prefettura ha infatti chiesto al Ministero degli Interni di prorogare il commissariamento deciso oltre un anno fa per le "contiguità" mafiose. Reggio calabria infatti sarebbe ancora a rischio infiltrazioni da parte della ‘ndrangheta.

Per quanto riguarda la situazione economica del comune la relazione della Corte dei Conti sollecita l'obbligatoria formalizzazione di un dissesto fattualmente in atto ormai da troppo tempo". Una scelta necessaria "tanto più che gli incolpevoli cittadini reggini risultano ormai già ampiamente incisi, sul terreno tributario e tariffario, dai provvedimenti assunti in esecuzione del piano di riequilibrio". La magistratura contabile ricorda che i quasi 196 milioni di euro di debiti provengono "dall'esercizio 2007 e precedenti", mettendo sotto accusa tutte le ultime amministrazioni comunali. Una parte cospicua del buco in bilancio è stata realizzata mediante "remunerazione del personale totalmente incompatibile con le possibilità finanziarie del Comune", e con "eccessivo conferimento di incarichi a soggetti esterni".

In questo quadro si inserisce una forte preoccupazione per la permeabilità mafiosa a Reggio Calabria. Vittorio Piscitelli, prefetto della città, ha accompagnato la richiesta di proroga del commissariamento affermando che è ancora profonda "la collusione delle organizzazione criminali con l'apparato del personale e con il sistema delle municipalizzate". Il cerino, dunque, passa nelle mani del ministro degli Interni, Angelino Alfano.

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