Olocausto, morto Samuel Willenberg, ultimo superstite del lager di Treblinka

Samuel Willenberg, l'ultimo superstite del campo di sterminio di Treblinka (nella Polonia occupata) e della sanguinosa rivolta che vi accadde, è deceduto sabato all'età di 93 anni. Viveva a Tel Aviv, in Israele, e venne internato nel lager nell'agosto del 1943, quando aveva ancora 19 anni. Willenberg prese parte all’insurrezione nel campo dove furono sterminati 800mila ebrei polacchi e greci, nonché 2mila rom e sinti.
In seguito alla rivolta solo 200 internati riuscirono ad evadere dal campo di sterminio e a nascondersi nelle foreste attorno a Treblinka. Nei giorni seguenti Willenberg entrò nelle fila dei partigiani polacchi e nel 1944 combatté i nazisti a Varsavia. Nel 1950 emigrò in Israele, diventando poi un alto funzionario statale. Abbandonata la vita politica raccolse le sue testimonianze su Treblinka e accompagnò spesso in Polonia delegazioni di adolescenti israeliani.
Negli ultimi anni della sua vita Samuel Willenberg si è dedicato anche alla scultura, con opere legate alla tragedia dell'olocausto. In una recente intervista alla tv israeliana dichiarò che il suo ultimo sogno era quello di veder nascere un museo a Treblinka, “in modo tale che i miei ricordi non finiscano cancellati”. Quello che fu uno dei luoghi più orrendi della storia del ‘900 fu infatti letteralmente occultato dai nazisti, che rasero al suolo il campo nel tentativo di nascondere alla storia ciò che lì era accaduto. Intervistata dopo il decesso Orit Willenberg-Ghilad, figlia di Samuel, ricordava: "Mio padre è morto da persona ottimista. Era assetato di vita, vedeva l'aspetto positivo in tutto. Ma Treblinka non lo abbandonava mai. Nel prendere in mano la mollica del pane, di fronte alla buccia di una patata: Treblinka, Treblinka".
Da quel campo di stermino Willenberg riuscì a fuggire in modo rocambolesco. I gerarchi nazisti avevano bisogno di un'armeria ed ordinarono ad un fabbro ebreo di costruire un lucchetto. In segreto questi realizzò però due chiavi: una fu data ai comandanti tedeschi, l'altra passò ad un piccolo gruppo di insorti che organizzò il furto di armi e l'insurrezione.
