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“Sì, la Turchia può attaccare la Siria”

Prima il bombardamento di “obiettivi siriani” lungo il confine in risposta a un colpo di mortaio sparato dalla Siria. Poi la decisione del parlamento di Ankara che ha approvato la mozione presentata dal premier Erdogan: per un anno sono autorizzate possibili operazioni militari turche in Siria.
A cura di Biagio Chiariello
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La Siria attacca, la Turchia risponde con la stessa moneta. Dopo il bombardamento siriano e la famiglia spazzata via (una donna e quattro suoi figli) nel villaggio di Akcacale, che si trova lungo il confine tra i due paesi, i tiri d'artiglieria sparati da Ankara, hanno provocato la morte di almeno cinque soldati siriani e il ferimento di oltre 15 militari. Successivamente il premier Recep Tayyip Erdogan ha sottolineato come la Siria rappresenti una seria minaccia per la sicurezza della Turchia. Così, il parlamento di Ankara riunito a porte chiuse ha approvato la mozione presentata da Erdogan e autorizzato per un anno possibili operazioni militari turche in Siria, riferisce la tv privata Ntv.

Le tensioni tra Turchia e Siria rischiano dunque di inasprirsi ulteriormente, a dispetto dei proclami pacifici diffusi da entrambe le parti «La Turchia non vuole una guerra con la Siria e il via libera votato oggi del parlamento di Ankara a possibili operazioni militari oltre le frontiere nazionali ha un carattere dissuasivo – ha detto il vicepremier turco, Besir Atalay – Non è una mozione per la guerra». Il governo di Damasco, invece, fa notare come sia difficile controllare la linea di confine tra i due Paesi dove negli ultimi giorni Al-Qaeda ha perpetrato un vero e proprio martirio di civili. In ogni caso «Il governo siriano – ha aggiunto il vicepremier turco – si è scusato con quello turco per il colpo di mortaio che ieri ha ucciso cinque persone nella cittadina di confine turca di Akcakale. Damasco ha garantito che l'incidente non si ripeterà».

La decisione della Turchia di passare alle maniera forti, troverà comunque l'appoggio della Nato (che «chiede di mettere immediatamente fine a questi atti aggressivi contro un Paese alleato») delle forze occidentali e quindi anche dell'Italia. Per il ministro degli Esteri, Giulio Maria Terzi: «Fino ad ora si è rimasti nell'ambito dell'articolo 4 sul piano della concertazione politica fra paesi dell'Alleanza, ma anche nel Consiglio Nato di questa notte è stato riaffermato il principio della indivisibilità della sicurezza, al quale i membri dell'Alleanza tengono molto»

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