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Sette milioni di italiani si sono indebitati per pagarsi le cure mediche

Secondo un rapporto stilato dal Censis-Rbm Assicurazione Salute 7 milioni di cittadini italiani sono stati costretti a indebitarsi, 2,8 milioni dei quali hanno dovuto svincolare i propri investimenti o, addirittura, mettere in vendita la propria casa per sottoporsi a visite mediche o esami non rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale.
A cura di Davide Falcioni
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Nel solo 2017 gli italiani hanno sborsato di tasca propria 150 milioni di euro in visite mediche ed esami non rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale: una spesa così elevata da costringere 7 milioni di persone a indebitarsi, 2,8 milioni dei quali sono stati costretti a svincolare i propri investimenti o, addirittura, a mettere in vendita la propria casa. Sono alcuni dei dati emersi dal rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute, presentato oggi a Roma, in occasione del Welfare Day.

Le spese hanno riguardato medicinali per abbassare la febbre come visite mediche urgenti, ma anche cure dentistiche e occhiali da vista: per queste e alti simili esborsi – tutto ciò che riguarda la salute, comprese le spese per cui non è previsto il rimborso del servizio sanitario – gli italiani improntano la bellezza di 40 miliardi di euro di tasca propria ogni anno. Si tratta di una spesa sanitaria privata che non accenna a rallentare, ma al contrario anni ha visto un aumento di ben il 9,6% tra il 2013 e il 2017. Il fenomeno ha interessato più di 44 milioni di persone, più dei due terzi dei cittadini italiani, con un esborso di circa 655 euro ciascuno. In particolare 7 cittadini su 10 hanno acquistato farmaci di tasca propria, per una spesa di 17 miliardi; 6 cittadini su 10 visite specialistiche (circa 7,5 mld); 4 cittadini su 10 prestazioni odontoiatriche (oltre 8 mld). E ancora, oltre 5 cittadini su 10 prestazioni diagnostiche e analisi (3,8 mld); oltre 1,5 cittadini su 10 occhiali e lenti (circa 2 mld).

Una situazione decisamente preoccupante, che contribuisce a generare un clima di rancore verso il Servizio sanitario. A provare sentimenti di rabbia è il 38% degli italiani, mentre il 26,8% è critico perché, oltre alle tasse, è necessario pagare di tasca propria troppe prestazioni e perché le strutture non sempre funzionano come dovrebbero. Naturalmente i più arrabbiati verso il Ssn sono le persone con redditi bassi (43,3%) e i residenti al Sud (45,5%).

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