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Sentenza Mills, la delusione del Pm e l’attacco del Pdl contro i giudici

La decisione definitiva del Tribunale di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi nel processo Mills riaccende di nuovo il dibattito politico sulla giustizia e il Pdl si scaglia contro il Pm De Pasquale e la magistratura.
A cura di Antonio Palma
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La decisione definitiva del Tribunale di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi nel processo Mills riaccende di nuovo il dibattito politico sulla giustizia e il Pdl si scaglia contro il Pm De Pasquale e la magistratura.

I giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano hanno appena emesso il verdetto per Silvio Berlusconi nell'ambito del Processo Mills in cui il Cavaliere era accusato di corruzione in atti giudiziari. Una sentenza particolare perché di fatto non assolve né condanna l'ex Premier, ma stabilisce un proscioglimento per non luogo a procedere in quanto sopravvenuta la prescrizione del reato. Una decisione destinata a far discutere ancora per lungo tempo e che sicuramente avrà strascichi politici.

Sicuramente il meno felice è il Pm Fabio De Pasquale, che aveva chiesto una condanna a cinque anni, e che fin dall'inizio aveva intrapreso una battaglia contro i legali di Berlusconi sulla datazione precisa del reato, determinante proprio per spostare la data di prescrizione. "Inutile commentare" ha detto il Pm alla fine della lettura della sentenza, conscio che anche in caso di appello, che quasi sicuramente farà, la data di prescrizione da lui proposta risulterebbe comunque troppo prossima per arrivare ad una nuova sentenza. Ma scontenti sembrano essere anche gli avvocati del Cavaliere che avevano chiesto un'assoluzione piena e invece si ritrovano con una sentenza che certamente non assolve del tutto l'imputato. "Una sentenza così la impugno tutta la vita" è sbottato l'avvocato Piero Longo dopo il verdetto finale, mentre l'On. Ghedini più pragmaticamente canta vittoria.

Dopo cinque anni di battaglie legali, i più agguerriti sembrano quelli del Pdl, che alla notizia del proscioglimento del loro leader in blocco si sono scagliati contro i giudici e la magistratura. Le parole più dure sono riservate al Pm De Pasquale reo di aver "negato l’evidenza sulla prescrizione" come ha detto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, che ha chiesto la rimozione del pubblico ministero. "Allontanare questa gente è un dovere per garantire i principi della Costituzione" ha ribadito Gasparri annunciando una battaglia parlamentare, "ne faremo una crociata" ha concluso bellicosamente. Contro il Pm si è schierato anche il capogruppo alla Camera Cicchitto che ha ricordato come "il collegio giudicante ha dovuto rispettare la legge, malgrado la sollecitazione del pm, il ben noto De Pasquale, il quale ha cercato in ogni modo di ignorare i tempi della prescrizione che erano certi e ben precisi".  Sulla necessità di una revisione del sistema giudiziario sembra esserci grande accordo nel Popolo della libertà, il vice presidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli, ha colto l'occasione per rilanciare nuovamente l'introduzione della responsabilità civile dei giudici, mentre l'Ex Ministro Gelmini ricorda che "è giunto il tempo di riformare la giustizia".

Esattamente di segno opposto le dichiarazioni dell'altra parte politica a cominciare dall'ex magistrato Antonio Di Pietro dell'Idv che ricorda come "ancora una volta la prescrizione salva Berlusconi dalle sue responsabilità", precisando però che i giudici "non hanno potuto procedere all'assoluzione per non aver commesso il fatto perché, evidentemente, il fatto l'ha commesso eccome". E dello stesso tono sono le dichiarazioni di Donatella Ferranti del Pd che ricorda come "a furia di leggi ad personam e di fantomatici legittimi impedimenti siamo al paradosso dell'esistenza di un corrotto senza corruttore".

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