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Delitto di Avetrana: l'omicidio di Sarah Scazzi

“Sabrina Misseri non ha commesso nessun reato”, la sua difesa al processo Scazzi

Sabrina Misseri, la cugina di Sarah Scazzi, è innocente secondo il suo avvocato Nicola Marseglia. È iniziata la sua arringa al processo in corso a Taranto, domani toccherà all’altro difensore, presto ci sarà la sentenza.
A cura di Susanna Picone
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Sabrina Misseri, la cugina di Sarah Scazzi, non ha commesso nessun reato secondo il suo avvocato Nicola Marseglia. È iniziata così la sua arringa al processo in corso a Taranto, domani toccherà all’altro difensore, presto ci sarà la sentenza.
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Sarah Scazzi non è stata uccisa da Sabrina Misseri. A sostenerlo è la difesa della ragazza che, per i pm, deve essere condannata all’ergastolo insieme a sua madre. Dopo che la settimana scorsa hanno parlato, di fronte alla Corte di Assise del Tribunale di Taranto, gli avvocati di Cosima Serrano (secondo i quali l’unico colpevole è il marito Michele Misseri), oggi e domani sarà il turno di quelli della figlia, che da sempre come sua madre si proclama innocente. L’avvocato Nicola Marseglia ha aperto la sua arringa soffermandosi, appunto, sulla presunta innocenza di Sabrina: il difensore ha criticato quella sorta di aut aut posto alla Corte dal pubblico ministero Mariano Buccoliero a gennaio del 2012, all'inizio del dibattimento, che consisteva in un'alternativa secca: o le colpevoli sono Sabrina e la madre Cosima oppure l'autore del delitto è Michele Misseri, che al processo è imputato unicamente di concorso in soppressione di cadavere. Non è stata data una terza possibilità e secondo l’avvocato di Sabrina Misseri l’ufficio del pubblico ministero sbaglia.

“È un processo particolare, abbastanza atipico, il processo di Sabrina Misseri, a Sabrina Misseri. È stato così sin dal primo momento”, così il difensore che ha fatto riferimento “alla richiesta incredibile della procura di ottenere l’archiviazione per Michele Misseri”.  Secondo l’avvocato gli indizi nel processo Scazzi che accusano Sabrina e Cosima sono fragili. L’avvocato è tornato sugli orari del delitto di Sarah Scazzi, una questione a suo dire di “importanza fondamentale”. “Le tre ragazze (Mariangela, Sabrina e Sarah) si sono accordate la sera precedente di andare al mare il pomeriggio del 26 agosto – ha spiegato – ci sarebbe dovuta essere solo la conferma di Mariangela” che doveva rientrare dal lavoro. Al mare – ha continuato l'avvocato di Sabrina – andavano sempre alle 14,30. L'accusa pretende che Sarah uscì di casa un'ora prima”. Ci sono i testimoni, secondo l’avvocato, che possono confermare quell’orario “quindi Sarah non poteva uscire di casa prima di quell’ora”.

L’audio “rubato” di due giudici – Intanto è polemica al processo per alcune frasi scambiate tra il presidente della Corte d’Assise e il giudice a latere.  La conversazione risale al 19 marzo ed è stata registrata dai microfoni delle telecamere autorizzate a filmare l'udienza. Il presidente della Corte dice: “Certo vorrei sapere, là, le due posizioni sono collegate. Quindi bisogna vedere se si sono coordinati… coordinati tra loro e se si daranno l’uno addosso all’altro”. Giudice latere: “Ah, sicuramente” e il presidente: “Bisogna un po’ vedere, no, come imposteranno… potrebbe essere mors tua vita mea”. Si tratta di impressioni che, secondo la difesa di Sabrina, potrebbero costituire “un’anticipazione di giudizio”. Fra le ipotesi al vaglio ci sarebbero le richieste di ricusazione dei giudici o di rimessione della decisione alla Corte di Cassazione che potrebbe, in linea teorica, disporre la sostituzione dei giudicanti o trasferire il processo in altra sede giudiziaria.

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