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Vendevano coca con Instagram e Facebook, arrestati pusher 2.0: giro d’affari di 450mila euro al mese

Quattordici persone sono state arrestate, gestivano le piazze di spaccio di Frosinone.
A cura di Natascia Grbic
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Quattordici persone arrestate, sette divieti di dimora, un obbligo di dimora e sette piazze di spaccio smantellare: questo il bilancio dell'operazione condotta antidroga condotta stamattina dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Frosinone. Il nome, ‘Seven', viene proprio dal totale delle piazze di spaccio scoperte e che hanno portato all'arresto di un gruppo di spacciatori di cocaina che operava su gran parte della cittadina ciociara. Un problema, quello dello spaccio di coca, che a Frosinone stava diventando sempre più grande, con tantissimi assuntori – anche molto giovani – che si rivolgevano ai pusher per l'acquisto della droga.

Le indagini sono partite nel novembre 2020 e hanno portato nel febbraio di quest'anni all'arresto di tre persone accusate di spaccio di cocaina. Nel 2021 le indagini sono proseguite con intercettazioni telefoniche e ambientali, con le dichiarazioni degli assuntori che compravano dai pusher, e da una telecamera che ha permesso di ricostruire cosa accadeva nelle piazze di spaccio e chi era che vendeva la droga. In questo modo è stato ripreso chi entrava e usciva dalle abitazioni, mentre le intercettazioni telefoniche hanno permesso di ricostruire tutta la filiera dello spaccio, dal rifornimento alla vendita, alle parole d'ordine usate per l'acquisto al guadagno totale, che andava da 15mila al giorno ai 450mila euro al mese.

Chi voleva comprare la cocaina doveva solo mandare un messaggio su Whatsapp, Instagram, Messenger agli spacciatori usando parole in codice che non dovevano allarmare le forze dell'ordine. Per questo le dosi diventavano "birre", "bulloni", "ruote di scorta". La droga veniva consegnata anche a domicilio ai consumatori, di età compresa tra i 18 e i 50 anni e provenienti da tutta la provincia. Uno dei capi della piazza di spaccio, adesso portato in carcere, continuava la sua attività anche dai domiciliari.

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