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Telecamere nascoste e riconoscimento facciale: ecco come i pusher degli Spada evitavano controlli

Il sistema di riconoscimento facciale con telecamera nascosta e archivio di foto è stato scoperto ieri con un blitz degli agenti della guarda di finanza.
A cura di Beatrice Tominic
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Foto di repertorio.
Foto di repertorio.

Succede nella zona degli Spada: a godere delle nuove tecnologie i pusher che fanno capo al clan di Ostia. A loro disposizione un vero e proprio sistema "anti-guardia" grazie al quale spetta ad un database verificare chi si presenta alla porta e, in caso di necessità, negare l'ingresso a persone sconosciute la cui immagine non è mai stata registrata dal sistema.

Tutto ciò, come riportato da La Repubblica, avviene grazie alla presenza di una telecamera nascosta che si trova posata sullo spioncino della porta, collegata al sistema di riconoscimento facciale. Il meccanismo è lo stesso che si trova nei telefonini di ultima generazione solo che, mentre nel primo caso è stato creato appositamente per salvaguardare la privacy del proprietario del dispositivo, stavolta è stato sviluppato per nascondere attività illecite che si svolgono all'interno degli stabili.

Il riconoscimento facciale

Non appena si presenta una persona davanti alla porta della casa, utilizzata come base di spaccio dai tre pusher, e bussa, la telecamera nascosta riprende la sua immagine che arriva nel cellulare all'interno dell'appartamento. I tratti della persona vengono confrontati con quelli presenti nell'archivio del cellulare, dove sono presenti le foto accompagnate dai nomi dei clienti. Se la persona alla porte è presente nel database, la porta si aprirà, se invece manca resta bloccato fuori. Qualora a suonare fossero dei poliziotti, ad esempio, il pusher avrebbe avuto il tempo per disfarsi delle prove della sua attività, semplicemente ritardando l'apertura della porta e l'ingresso degli agenti. Ma non è quanto accaduto ieri, martedì 2 maggio quando, grazie ad un escamotage, gli agenti della guardia di finanza sono riusciti a fare irruzione nell'appartamento.

La scoperta del sistema tecnologico degli Spada

La scoperta è avvenuta ieri durante il blitz degli agenti della guardia di finanza della sezione di Piazzale Clodio che hanno arrestato tre pusher collegati al clan Spada. Gli agenti sono arrivati alla porta di un appartamento, una delle case popolari in via Marino Fasan, una delle parallele del Lungomare degli Abruzzi, al civico 38, alle spalle di piazza Gasparri, una delle zone dominate dagli Spada.

Hanno bussato travestiti da fattorini, dicendo di dover consegnare un pacco. Ma la porta è rimasta chiusa. Così si sono rivolti al vicino di casa chiedendogli aiuto: avrebbero dovuto lasciare un pacco, ma probabilmente la casa è vuota. E il vicino, senza neanche saperlo, ha svelato il trucco. "No, no, ci sono", ha ribattuto. E anziché prendere in custodia il pacco, è andato verso la porta. A quel punto, però, il suo volto è stato riconosciuto dal sistema e la porta si è aperta, permettendo ai finanzieri di fare irruzione.

Una volta entrati, gli agenti hanno scoperto una stanza utilizzata appositamente per controllare ciò che avveniva all'esterno, il tradizionale sistema di videosorveglianza e, infine, la telecamera per il riconoscimento facciale collegata all'archivio con centinaia di foto dei clienti al vaglio delle autorità.

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