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Svolta nell’omicidio di Salvatore Bramucci, ucciso da due sicari: le mandanti sono moglie e cognata

Oggi i carabinieri del comando provinciale di Viterbo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la moglie di Salvatore Bramucci, assassinato un anno fa a Soriano nel Cimino. Dovrà rispondere dell’accusa di omicidio volontario in concorso con la sorella e cognata della vittima.
A cura di Enrico Tata
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Svolta nell'omicidio di Salvatore Bramucci, assassinato a colpi di arma da fuoco il 7 agosto 2022 a Soriano nel Cimino, provincia di Viterbo: il mandante è la moglie.

Bramucci esce di casa, sale in macchina e viene colpito con sei proiettili di pistola all'addome e al volto. Muore sul colpo. I killer sono tre, a bordo di due automobili, una delle quali rubata alcuni mesi prima. Arrivano ad Acquafredda, frazione rurale di Soriano, attendono che Bramucci esca di casa e gli tagliano la strada, aprendo il fuoco con le pistole. Due italiani vengono subito fermati, poi viene presa la sorella della moglie.

Ma le indagini proseguono, perché gli investigatori ritengono che dietro l'omicidio vi sia un mandante. Qualcuno ha dato precise istruzioni ai sicari. Sicuramente la cognata, ma non solo. E infatti, con ogni probabilità, colei che ha ideato l'agguato è stata proprio la moglie della vittima.

Oggi i carabinieri del comando provinciale di Viterbo hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per la donna. Dovrà rispondere dell'accusa di omicidio volontario in concorso con la sorella e cognata della vittima.

Per gli investigatori la moglie è stata "la fonte originaria delle preziose informazioni necessarie al gruppo di fuoco per la pianificazione dell'azione delittuosa". Per chi indaga, infatti, l'agguato è stato pianificato in ogni dettaglio, con diversi sopralluoghi a casa dell'obiettivo. Quell'azione, è il parere degli inquirenti, è stata studiata attentamente dalla mandante, che ha commissariato il delitto a due sicari esperti. Il movente? Ancora non è chiaro.

Il procuratore di Viterbo, Paolo Auriemma, aveva spiegato con queste parole l'arresto dei due killer: "La loro individuazione è avvenuta attraverso una puntuale opera di ricostruzione dei movimenti dei due soggetti attinti dalla misura cautelare, anche attraverso controlli dei percorsi compiuti dai due. Sono venuti appositamente da Roma. Ciò che ci fa pensare che la premeditazione sia evidente in una situazione del genere è anche il fatto che è stato riscontrato come già in precedenza si fossero recati nel luogo dove si trovava il Bramucci per verificare luoghi ed eventuali movimenti".

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