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“Studenti sospesi e 5 in condotta”: la punizione proposta dal preside del Tasso per l’occupazione

A due mesi dall’inizio della grande ondata di occupazioni scolastiche autunnali, iniziano ad arrivare i provvedimenti proposti dai presidi. La prima proposta arriva dal dirigente del Tasso.
A cura di Beatrice Tominic
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Il liceo Tasso occupato.
Il liceo Tasso occupato.

Dopo lo scorso autunno arrivano i primi provvedimenti contro i e le studenti che hanno occupato la propria scuola. La prima proposta di punizione arriva dal preside del liceo Tasso, occupato nella notte fra il 4 e il 5 dicembre 2o23, insieme a quasi una decina di scuole in una sola notte. È il dirigente dello storico liceo della capitale, Paolo Pedullà, che avanza la sua proposta.

"Dieci giorni di sospensione, due dei quali con obbligo di frequenza. Cinque in condotta nel trimeste e attività socialmente utili nel pomeriggio", questo il suggerimento del preside, che dovrà prima passare per il Consiglio d'Istituto e dai consigli di classe. Nessuna discussione sui viaggi di istruzione: "Perderli sarebbe un errore", ammette facendo riferimento a quanto accaduto in alcune scuole lo scorso anno. Per i due giorni senza obbligo di frequenza, però, occorrerà leggere un libro su cui fare un elaborato, come riporta il Corriere della Sera.

Studenti che si sono autodenunciati nel miri

I provvedimenti potrebbero riguardare direttamente almeno i 170 ragazzi e ragazze che all'indomani dell'occupazione hanno deciso di autodenunciarsi: un provvedimento sarebbe già stato inviato alle famiglie. Pugno duro, a quanto pare, nello storico liceo della capitale. La scelta di prendere provvedimenti così fermi deriva non soltanto dalla presenza di danni e dal costo della sanificazione, ma dalla necessità di voler ricordare che "esistono forme democratiche per rivendicare la libertà d’espressione e di opinione", come dichiarato dallo stesso dirigente.

La reazione degli e delle studenti

I primi colloqui con gli studenti sono iniziati a fine dicembre: "Vogliamo che chiariscano le proprie posizioni e far comprendere le ragioni del procedimento disciplinate, senza tono inquisitorio", continua a spiegare alla testata il preside. Per il dirigente non si tratterebbe di una pena ma di una "sanzione educativa".

Ciò che preoccupa maggiormente gli e le studenti oggi è il rischio di trovare in pagella voti più bassi del previsto che, in alcuni casi, metterebbero in discussione il futuro dei e delle giovani studenti. "Il sei in condotta nel pentamestre rischia di metterci davvero in difficoltà", dicono ribadendo, però, la loro ferma intenzione (e necessità) di intervenire in qualche modo per far sentire la prorpia voce su quanto stava accadendo in Italia con il femminicidio di Giulia Cecchettin e nel mondo, con il conflitto in medio-oriente.

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