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Si sottopone a un intervento al cuore, i punti di sutura si rompono: muore per emorragia e infezioni

Sospetto caso di malasanità all’European Hospital di Roma, dove un paziente 53enne è morto per aver contratto un’infezione dopo un intervento al cuore.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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È morto sotto i ferri dopo aver contratto un'infezione ospedaliera all'European Hospital di Roma. Il paziente è un uomo di cinquantatré anni di Cisterna di Latina, che è deceduto a seguito di ciò che si sospetta possa trattarsi di un caso di malasanità. La moglie e i due figli dopo la scomparsa del proprio caro hanno sporto denuncia, assistiti dall'avvocato Renato Mattatelli chiedono che venga fatta luce sull'accaduto. Il legale dei famigliari sostiene che se il paziente fosse stato correttamente informato sui rischi che avrebbe corso accettando l'intervento compreso quello di morire e sulle alternative terapeutiche, non ci si sarebbe mai sottoposto. Il legale ha notificato l'atto di di citazione alla struttura sanitaria per l'udienza, in proframma per il 18 marzo 2026 al tribunale di Roma.

Secondo quanto ricostruito finora i fatti risalgono al 2022, il cinquantatreenne si è sottoposto a un intervento al cuore per una patologia cardiaca. Una condizione con la quale conviveva fin dalla nascita. Durante il colloquio propedeutico all'operazione i medici avrebbero rassicurato il paziente sulla buona riuscita dell'operazione, spiegando che si trattava di un intervento di routine facile da eseguire. Un intervento che non era necessario ma consigliato per migliorare la qualità della sua vita. Il cinquantatreenne, fidandosi e affidandosi ai medici, convinto che tutto sarebbe andato per il meglio e che avrebbe trovato giovamento dall'intervento, ha deciso di sottoporsi all'operazione, invece è morto. Il paziente ha infatti contratto un'infezione ospedaliera dopo tre interventi chirurgici e il suo quadro clinico è precipitato nell'arco di pochi giorni, fino al decesso.

Spetterà ora al tribunale accertare l'eventuale responsabilità e condanna della struttura sanitaria romana. "All'ingresso ospedaliero, il cinquantatreenne aveva una discreta se non una buona salute – spiega l'avvocato Mattatelli – È logico e presumibile ritenere che le gravissime infezioni contratte che lo hanno ucciso siano di natura ospedaliera". Secondo l'avvocato Mattarelli dalla lettura della cartella clinica e dai risultati dell'autopsia emergerebbero "prove dirette di una serie di errori chirurgici, emorragie per la rottura dei punti di sutura e per infezioni contratte esclusivamente durante il ricovero, che in pochi giorni hanno fatto collassare i principali organi vitali causandone la morte".

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