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Sgominato il clan della famiglia di Nicholas Brischetto: morto sul Gra, aveva un mausoleo abusivo al cimitero

Sgominato un clan famigliare, di etnia rom, vicino ai Casamonica, che a Roma e dintorni, ma non solo, ha messo a segno rapine e furti in abitazione, truffe informatiche e riciclaggio di veicoli di lusso. Sono i familiari di Nicholas Brischetto, morto in un tragico incidente sul Gra, a cui era stato dedicato un enorme mausoleo abusivo al cimitero di Prima Porta.
A cura di Enrico Tata
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Beni confiscati dal valore di quasi 2 milioni di euro, tra cui case di lusso e auto sportive. Era un clan famigliare, di etnia rom, vicino ai Casamonica, che a Roma e dintorni, ma non solo, ha messo a segno rapine e furti in abitazione, truffe informatiche e riciclaggio di veicoli di lusso.

Questa famiglia è diventata nota al pubblico in seguito a un incidente stradale avvenuto sul Grande Raccordo Anulare nel corso della notte del 19 luglio 2022, nel corso del quale, al termine di una folle corsa, ha perso la vita Nicholas Brischetto, il figlio di uno degli indagati nell'operazione condotta oggi dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza in seguito a un provvedimento emesso su proposta della questura di Roma e della procura della Capitale. La madre di Brischetto, inoltre, è stata arrestata perché latitante. Deve scontare cinque anni di carcere per reati contro il patrimonio.

A Nicolas Brischetto il clan aveva costruito, come abbiamo raccontato su Fanpage.it, una sorta di mausoleo abusivo al cimitero di Prima Porta, poi smantellato. Il suo funerale aveva ricordato quello di Vittorio Casamonica, con champagne, palloncini lanciati in cielo, una sfilata delle auto di lusso e un enorme murales, poi cancellato, dipinto sulla facciata di una casa popolare nel quartiere di Vecchia Ponte di Nona, periferia Est di Roma. Una delle ville sequestrate oggi, che si trova a Tivoli, fu utilizzata all'epoca come camera ardente per la salma del giovane deceduto.

Gli uomini della Divisione Anticrimine della Questura di Roma e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Roma hanno sequestrato in totale quattro immobili e sei vetture di lusso, tra cui una Porsche Cayenne, una Mercedes AMG A45S e una Lamborghini Gallardo, quest'ultima utilizzata da un esponente di un altro clan per compiere un recente omicidio che è costato la vita a un ragazzo minorenne.

Il clan di etnia rom si è stabilito prima nel basso Lazio e poi nella Capitale, spartendosi gli affari illeciti con la famiglia Casamonica. Quest'associazione si occupava soprattutto di furti e rapine, di riciclaggio di auto di lusso e di fabbricazione di documenti falsi per poter circolare liberamente in tutta Europa. Le rapine in casa avvenivano non solo a Roma e dintorni, ma anche in piccoli paesini della Calabria, della Basilicata e della Sicilia.

Sulla base delle indagini svolte sui conti della famiglia da parte degli specialisti, gli inquirenti hanno potuto verificare l’assoluta sproporzione tra la complessiva situazione reddituale “dichiarata” e il patrimonio direttamente o indirettamente loro riconducibile. Il clan, infatti, faceva importanti investimenti mobiliari, immobiliari e partecipazioni societarie, finanziati attraverso gli introiti dei traffici illegali e conduceva un elevato tenore di vita, ovviamente incompatibile con i redditi ufficialmente dichiariati.

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