Sgombero cinema Palazzo, corteo degli studenti blocca via Tiburtina e occupa altro stabile
In corso a San Lorenzo un corteo di ragazzi e studenti che stanno protestando contro lo sgombero del Cinema Palazzo a Roma. ‘Studenti e studentesse: per ogni sgombero 1000 occupazioni', il testo del grande striscione che apre la manifestazione. In piazza ci sono centinaia di persone: hanno occupato prima via Tiburtina e poi, simbolicamente, un altro stabile del quartiere. La manifestazione si è svolta tranquillamente e non è stato necessario l'intervento delle forze dell'ordine, presenti con diverse camionette e in assetto antisommossa. Nel 2011 il cinema Palazzo sarebbe dovuto diventare una sala bingo, ma il quartiere si è opposto e la sala è stata occupata diventando un luogo di cultura conosciuto in tutta la città e con un programma ricco di eventi.
Il dietrofront della sindaca
Sulla vicenda la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha ricordato su Facebook che l'edificio è stato occupato abusivamente e il custode giudiziario ha presentato una denuncia alla Corte dei Conti accusando gli occupanti di aver causato un danno da oltre 300mila euro. "Detto questo, nel corso di questi anni tanti cittadini, residenti, famiglie, bambini e anziani hanno frequentato il Nuovo Cinema Palazzo. Io stessa sono stata lì. E' evidente che l'esperienza di San Lorenzo sia di enorme valore per tutta la città: un ricco patrimonio di cultura, socialità, condivisione e aggregazione basato sui valori costituzionali dell'antifascismo", ha detto la sindaca. Per questo motivo Raggi ha proposto di lavorare per una soluzione che "concili il rispetto e la tutela del diritto alla proprietà privata con la salvaguardia dell'esperienza del Cinema Palazzo. I cittadini hanno dimostrato che c'è bisogno di luoghi di aggregazione. Serve trovare una soluzione immediata e concreta". L'intenzione è quella di creare un tavolo tra l'Assessorato al Patrimonio di Roma Capitale, l'Assessorato alla Crescita Culturale di Roma Capitale, il Municipio II, la proprietà dell'immobile e i cittadini che hanno curato la sala in questi anni.
Contro lo sgombero avevano già preso posizione l'assessore all'Urbanistica Montuori e il vicesindaco Bergamo: "Ritengo che la struttura debba essere soggetta a un vincolo culturale e rimanere parte integrante degli spazi che rendono la città viva anche se tornata in possesso della proprietà e che serva trovare una sede idonea nel quartiere perché l'esperienza sia continuata".
