video suggerito
video suggerito
Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

Serena Mollicone, la figlia del carabiniere suicida: “Tersigni testimone chiave, porterà alla verità”

La figlia di Santino Tuzi incarica un perito per analisi balistica sulla pistola accanto al padre. “Tersigni testimone chiave nel processo su Serena Mollicone”.
A cura di Alessia Rabbai
1 CONDIVISIONI
A sinistra i brigadiere Santino Tuzi, a destra Serena Mollicone.
A sinistra i brigadiere Santino Tuzi, a destra Serena Mollicone.
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

La testimonianza di Gabriele Tersigni in aula potrebbe rappresentare una svolta nel processo sull'omicidio di Serena Mollicone, la diciottenne scomparsa da Arce il 1 giugno del 2001 e trovata morta in un bosco. testimone chiave, potrebbe rivelare delle cose che non ha mai detto nessuno, perché non è stato mai ascoltato in Tribunale in merito alle confidenze del suo sottoposto e amico Santino Tuzi. Fanpage.it ha intervistato la figlia di Tuzi, la cui morte è stata ricondotta a un suicidio. Ha incaricato un perito di svolgere un'analisi balistica sulle foto della pistola ritrovata accanto al corpo del brigadiere.

Oltre a Tersigni verranno ascoltati altri testimoni, tra i qulai la preseunta amante di Tuzi, un suo caro amico e altri carabinieri. L'obiettivo della prossima udienza e dell'ascolto dei tetsimoni sarà infatti quello di confermare quanto detto da Santino Tuzi su Serena Mollicone, ossia di averla vista la mattina della scomparsa entrare in caserma senza più uscire.

Ha incaricato un perito per un'analisi balistica sulla pistola ritrovata accanto al cadavere di suo padre.

Sì, una scelta dettata anche dal fatto che siamo stati esclusi dal processo Mollicone. Faremo degli approfondimenti su alcuni dubbi riguardo il suicidio di mio padre. Il perito sta svolgendo delle indagini sulla pistola studiando delle foto, nel tentativo di confermare o smentire il suicidio. Abbiamo già tentato di far riaprire il caso, uno degli impedimenti erano la mancanza di impronte digitali e di sangue sulla pistola. Quest'ultimo in particolare è un aspetto che non ci tornava, considerando che le sue mani erano sporche di sangue. Rispetto alla mancanza d'impronte c'era stato detto che essendo la pistola frastagliata non attaccano, quindi stiamo facendo valutare se sia possibile una cosa del genere oppure se fosse una scusa. Altre valutazioni riguarderanno la posizione in cui la pistola è stata ritrovata rispetto al corpo, scarrellamento, traiettoria del proiettile, modalità in cui viene premuto il grilletto, come impugnava la pistola, se è realistico che potesse essere nel punto in cui è stata trovata dalla dinamica ricostruita oppure se sarebbe dovuta essere altrove.

Secondo lei la testimonianza di Tersigni potrebbe rappresentare una svolta nel processo Mollicone?

La testimonianza di Tersigni sarà fondamentale secondo me, perché andrà a confermare l'attendibilità di mio padre, il quale gli ha confidato di aver visto Serena entrare in caserma. Mio padre infatti è stato dichiarato inattendibile nel processo di primo grado, perché dopo le sue dichiarazioni ha fatto una ritrattazione e poi una ritrattazione della ritrattazione.

Che rapporto c'era tra suo padre e Tersigni?

Mio padre in quel periodo era in servizio provvisorio presso la stazione di Fontana Liri di cui Tersigni era il comandante. Oltre ad essere un superiore di mio padre, era riuscito a creare in caserma un ambiente, come dire, familiare. Era come se fosse un padre per i militari, spesso trascorrevano la pausa pranzo insieme. Tra mio padre e Tersigni c'era dunque oltre che un rapporto lavorativo anche un'amicizia.

In quale occasione suo padre ha confidato a Tersigni di aver visto Serena Mollicone entrare in caserma?

Tersigni non era incaricato di occuparsi delle indagini sul caso di Serena Mollicone, dunque quella di mio padre non è stata una dichiarazione tra carabiniere superiore e interrogato, ma una semplice confidenza. Il 28 marzo mio padre è stato ascoltato dagli inquirenti nella caserma di Arce durante l'orario di servizio. Ha chiesto a Tersigni perché lo stessero ascoltando e lui gli ha risposto probabilmente riaprono il caso di Serena Mollicone e stanno ascoltando i carabinieri della caserma di Arce. Mio padre in quella occasione, quindi già il giorno dopo le dichiarazioni fatte alla richiesta di Tersigni su cosa avesse detto gli ha risposto di aver visto Serena entrare in caserma, descrivendo com'era vestita. Tersigni è stato il primo tra i carabinieri ad intervenire sul posto quando Serena è stata ritrovata morta e ha riposto a mio padre che era vestita esattamente come lui l'aveva descritta.

Il giorno in cui suo padre ha detto di aver visto Serena Mollicone entrare nella caserma di Arce cosa stava facendo?

Mio padre quel giorno era di piantone, è stato avvisato dall'interfono dell'arrivo di una ragazza. Ha dichiarato di aver visto una giovane dalle telecamere della caserma, lei neanche ha il tempo di suonare che la fa entrare. Serena entra in caserma, passa davanti al piantone, lì poi subito c'è una porta che dava l'accesso alle scale per salire su agli appartamenti, agli alloggi dei carabinieri. Mio padre l'ha vista entrare alle ore 11/11.30, ma quando termina il turno verso le 13.30 non l'ha vista ancora uscire.

Perché Tersigni non è stato ancora mai ascoltato in merito a quanto gli è stato detto da suo padre?

Tersigni è stato ascoltato in aula solo per quanto riguarda il ritrovamento di Serena in quanto è intervenuto sul posto. Mentre non è stato ascoltato per quanto detto da mio padre in quanto non erano dichiarazioni fatte in sede d'interrogatorio, ma appunto confidenze.

Secondo lei l'Appello bis porterà finalmente alla verità sulla morte di Serena?

Sono convinta che la morte di Serena e di mio padre siano strettamente collegate. Sono sicura che se uscirà fuori la verità su quanto accaduto a Serena, avverrà la stessa cosa anche per mio padre.

1 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views