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Segnale antiviolenza dall’auto, il racconto di Cristina: “Mi sono salvata da un compagno violento”

Cristina è riuscita a salvarsi da un compagno violento rivolgendo il Signal for Help ad una pattuglia del Carabinieri che stava effettuando un posto di blocco. Il suo racconto.
A cura di Simona Berterame
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"Mi diceva non vali niente, tu sei il nulla". Cristina (nome di fantasia ndr.) ha vissuto per anni con un compagno violento. Prima la violenza era solo a parole poi sono arrivati gli schiaffi e i pugni. "Io non potevo fare nulla senza di lui – ci racconta oggi protetta dall'anonimato – se mi permettevo anche solo di partire per lavoro al mio ritorno mi aspettavano le botte".

Dopo anni di paura e violenza, Cristina trova il coraggio di denunciare il suo compagno. Partono le indagini e il pm titolare dell'inchiesta dispone un divieto di avvicinamento per lui che non verrà purtroppo mai rispettato. L'uomo non si limita a farsi trovare sotto casa ma, dopo essere riuscito ad ottenere una copia delle chiavi, si introduce più volte a casa di Cristina. "Una volta l'ho trovato che dormiva sul divano in salotto – ci racconta ancora impaurita – mi ha minacciata e costretta a salire in macchina con lui". Pochi minuti dopo l'auto viene notata da una pattuglia dei Carabinieri di Tor Bella Monaca che stava effettuando un posto di blocco e i due vengono fermati. In quel momento Cristina riesce ad incrociare lo sguardo di uno dei due Carabinieri.

"Ho fatto il gesto internazionale per chiedere aiuto, la mano aperta con il pollice all'interno e poi chiusa a pugno". Il gesto, denominato ‘Signal for Help', viene subito riconosciuto dal carabiniere che blocca immediatamente il conducente. Cristina è salva e scoppia in un pianto liberatorio. I due carabinieri scoprono quindi che il compagno aveva già un divieto di avvicinamento. Ora l'ex convivente di Cristina si trova in carcere  con l’accusa di maltrattamenti e sequestro di persona.

Signal for Help: quando e come nasce

Il Signal For Help nasce nel 2020, in pieno lockdown, per dare uno strumento in più alle donne vittime di violenza tra le mura di casa. Il gesto è stato ideato è merito dalla Canadian Women's Foundation, fondazione canadese che combatte le violenze domestiche, con l'intento di ideare un segnale semplice e discreto in grado di aiutare a comunicare silenziosamente quando si ha bisogno di supporto.

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