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Scomparsa di Emanuela Orlandi, De Priamo: “Con gli strumenti di oggi il caso sarebbe stato risolto”

Il presidente della commissione d’inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori De Priamo: “Serve un corpo specializzato per le persone scomparse”.
A cura di Francesco Esposito
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Il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, l’onorevole De Priamo
Il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, l’onorevole De Priamo

"Con gli strumenti di oggi forse il caso di Emanuela Orlandi sarebbe andato diversamente", queste le parole del senatore Andrea De Priamo, presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sui casi della ragazza vaticana e di Mirella Gregori, entrambe scomparse nel 1983. De Priamo è intervenuto all'evento "Ricerca di persone scomparse, attualità e prospettive di riforma", organizzato dall'onorevole Carolina Varchi e tenuto la mattina di martedì 18 novembre alla Camera dei Deputati.

De Priamo poco prima ha anche annunciato il ritrovamento, grazie alle indagini dei carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale, di un appunto inedito firmato da Emanuela. Nella nota la ragazza parlava di un cineforum sulla via Cassia. "Emanuela scrive di questo luogo e di uno spettacolo teatrale ivi rappresentato poco più di un mese prima di sparire".

"Serve coordinamento e un corpo specializzato per le persone scomparse"

"Non esisteva un adeguato coordinamento delle forze di polizia – ha poi risposto il senatore riguardo a cosa avrebbe aiutato nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa –. Inoltre non esistevano molti strumenti che oggi, senza arrivare ai sistemi di intelligenza artificiale, aiutano in casi simili".

Il tema di come coordinare l'attività investigativa, però, non è affrontato solo in riferimento ai casi irrisolti del passato. "Credo che l'esistenza di un corpo specializzato sarebbe stata fondamentale e lo sia in prospettiva – ha aggiunto De Priamo –. Oggi dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione, per rispetto verso gli scomparsi e le scomparse di oggi ma anche verso quelli del passato. Perché la scomparsa è un dolore molto particolare che aggiunge a quello della perdita anche il dubbio e l'assenza di certezze, che diventa una lenta agonia".

"Ci troviamo a combattere con un caso molto risalente nel tempo e per cui la mediaticità porta molta attenzione – ha concluso tornando sulle vicende su cui sta lavorando la commissione –. Dobbiamo sfrondare tutto ciò che è emerso in questi anni e lavorare di cesello".

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