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Scappa da un controllo stradale: scoperto così Cela Binak, boss albanese latitante da 5 anni

Doveva finire di scontare una condanna a un anno e undici mesi per porto abusivo d’armi da fuoco e furto, ma era latitante dal 2018. Nella Capitale era conosciuto anche come Daniel Popescu.
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Appena nota in lontananza l'auto della polizia, fa di tutto per non essere fermato, finendo paradossalmente per ottenere l'effetto opposto. Prova a sfuggire ai controlli invertendo il senso di marcia, ma l'audace manovra attira ancora di più l'attenzione degli agenti, che lo fermano per dei controlli. A quel punto la scoperta: il conducente è una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine romane, latitante nei confronti del quale pende un mandato d'arresto dal 2018. Si tratta del 39enne Cela Binak, di nazionalità albanese, considerato uno dei boss della criminalità locale.

La ricostruzione

Si trova a bordo della sua auto lungo via Palmiro Togliatti, direzione Prenestina, quando vede una volante della polizia del commissariato di Fidene: per evitare di venire fermato fa allora improvvisamente inversione a U nel bel mezzo della strada, facendo insospettire gli agenti che già da tempo monitoravano i possibili spostamenti del latitante e avevano tracciato un perimetro dell'area all'interno della quale l'uomo si nascondeva.

Immediata la reazione delle forze dell'ordine, che raggiungono l'auto che ormai si avvia nella direzione opposta: al momento dei controlli e dell'identificazione, i poliziotti riferiscono di una scena ancor più paradossale. Il 39enne, infatti, si mostra particolarmente insofferente: o peggio, non riesce a rispondere alle domande degli agenti, non sapendo spiegare dove sia diretto e per quale motivo. "Sono un turista, non conosco molto bene la strada e Roma", risponde alle domande sempre più incalzanti.

Il controllo e l'arresto

Gli agenti però lo smascherano: si tratta di Cela Binak, conosciuto negli ambienti della criminalità romana come Daniel Popescu. Su di lui pende un mandato di arresto dal 2018, quando è stato condannato a un anno e undici mesi di reclusione per porto abusivo d'armi e furto. Secondo quanto riportato da Repubblica, sarebbe un boss della mala albanese, che controlla una fetta del quadrante est di Roma, Rocca Cencia.

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