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Rigopiano, il racconto di Giampaolo 5 anni dopo: “Per mia figlia ho superato il terrore della neve”

Giampaolo Matrone è rimasto sepolto per 62 lunghe ore sotto le macerie dell’hotel Rigopiano, uscendo miracolosamente vivo. La valanga ha provocato la morte della moglie Valentina Cicioni, una delle 29 vittime. Giampaolo si prende cura della loro figlia, la piccola Gaia che ora ha 10 anni, e sta ultimando un libro dove racconterà la sua esperienza di sopravvissuto e la sua storia d’amore distrutta 5 anni fa.
A cura di Simona Berterame
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Giampaolo Matrone è uno dei sopravvissuti dell'hotel Rigopiano. Rimasto sepolto per 62 lunghe ore sotto le macerie, è uscito miracolosamente vivo. Purtroppo la valanga ha provocato la morte della moglie Valentina Cicioni, una delle 29 vittime. Giampaolo si prende cura da solo della loro figlia, la piccola Gaia che ora ha 10 anni e sta ultimando un libro dedicato alla moglie Valentina dove racconta la loro storia. "Più si va avanti e più la mancanza di Valentina come moglie e come mamma è forte, ma con Gaia abbiamo stretto un patto, cerchiamo di trasformare tutti i ricordi brutti in ricordi belli, perché per vedere l’arcobaleno prima deve arrivare la pioggia”. Quest'anno Matrone per la figlia ha anche superato il “terrore" della neve. “Gaia voleva trascorrere qualche giorno sulla neve, ma non ne avevo il coraggio: la neve ci ha tolto tutto. Poi però ho pensato che non era giusto privare di quest’opportunità mia figlia per colpa mia e mi sono fatto forza. Anzi, è stata Valentina a darmela, la forza: la sera prima di partire l’ho sognata, è stato un sogno bello: mi ha aperto la strada. Io e mia figlia abbiamo trascorso quattro giorni, dal 2 al 5 gennaio, a Ovindoli, in Abruzzo ci siamo divertiti, abbiamo sorriso”

Nel frattempo il processo è ancora alle battute iniziali, solo pochi mesi fa si è svolta l'udienza preliminare dopo mesi di ritardi e rinvii. Ventisette dei trenta imputati hanno scelto il rito abbreviato. I familiari delle vittime sperano che il 2022 sia l'anno della prima sentenza e vogliono credere alle rassicurazioni del Procuratore Capo di Pescara, dott. Giuseppe Belelli, che ha parlato di sentenza entro pochi mesi.

La perizia di parte sulla dinamica della tragedia

Il prof. Pugno, un’autorità nel campo della meccanica della frattura (ha vinto la medaglia Griffith nel 2017), insieme al prof. Giorgio Rosatti, dello stesso ateneo, esperto di dinamica delle valanghe, ha ricevuto l’incarico quale perito di parte da Studio3A-Valore S.p.A. che assiste, insieme all’avvocato Andrea Piccoli, del foro di Treviso, proprio  Giampaolo Matrone. Secondo lo studio, terremoto non ha avuto, con grandissima probabilità, alcuna incidenza sulla catastrofe dell’Hotel Rigopiano: questi fenomeni producono sovraccarichi sul manto nevoso preesistente equivalenti solo a pochi centimetri di neve fresca. La valanga che ha travolto il resort causando la morte di 29 persone è stata dovuta essenzialmente alla fitta nevicata, tre metri, caduta nelle 72 ore precedenti. L’esperto conclude che ad oggi non vi è alcuna evidenza di un ruolo del terremoto sul distacco della valanga, confutando la tesi opposta sostenuta da alcuni professori dell’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara, consulenti tecnici degli imputati, secondo cui i terremoti avrebbero invece rivestito un ruolo decisivo. Gli autori di quest’ultimo studio, assumendo che il terremoto sia come concomitante al distacco della valanga (anche se l’ultima scossa è avvenuta in realtà più di mezz’ora prima), calcolano l’altezza di neve che congiuntamente al sovraccarico del terremoto provocherebbe il distacco della valanga e assumono questo scenario arbitrario come quello accaduto. Il prof. Pugno dimostra che “il loro ragionamento porta all’assurdo che ogni terremoto (o anche ogni minima vibrazione) risulterebbe causa di distacco di una valanga successiva, anche di anni”.

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