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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Riapertura indagini Emanuela Orlandi, il fratello Pietro: “Sanno già la verità, basta raccontarla”

“Si potrebbe fare chiarezza in poco tempo, con indagini brevi”: questo il commento di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, dopo la riapertura dell’inchiesta da parte del Vaticano.
A cura di Beatrice Tominic
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"Non occorrono lunghe indagini, la Verità già la conoscono: basta raccontarla", così Pietro Orlandi ha commentato la decisione da parte del Vaticano di riaprire le indagini sulla scomparsa della sorella.

"L’apertura di un’inchiesta in Vaticano sul rapimento di Emanuela, dopo 40 anni, se fatta veramente con la volontà e l’onestà di fare chiarezza una volta per tutte e dare finalmente giustizia ad Emanuela, potrebbe durare pochissimo e non sarebbe necessario fare lunghissime indagini".

La riapertura delle indagini

A decidere di riaprire le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi sono stati la Gendarmeria e il promotore della giustizia vaticana, Alessandro Diddi. Come ha spiegato lui stesso a Fanpage.it, è stata una scelta doverosa: "La famiglia ha fatto ulteriori denunce, è un atto dovuto procedere nel senso richiesto".

La famiglia di Emanuela che, come spiegato dall'avvocata Laura Sgro, è venuta a sapere della decisione soltanto tramite gli organi di stampa, aspettava da tempo questo momento. "Non posso non essere contento e come sempre, voglio vedere il bicchiere mezzo pieno e pensare positivo", ha poi aggiunto il fratello Pietro, ricordando l'appuntamento per il sit-in, nella cui locandina si trovano i tre ultimi papi, previsto fra qualche giorno. Scenderà in piazza, a Largo Giovanni XXIII sabato prossimo, 14 gennaio, giorno del compleanno di Emanuela: "Per ricordare lei e per ricordare che noi non cederemo mai di un passo fino alla Verità", ha poi concluso.

L'inchiesta archiviata

L'ultima inchiesta è stata archiviata nel 2015, ma la famiglia Orlandi non si è mai arresa. Fino all'anno scorso hanno continuato a presentare denunce ed istanze che hanno portato alla riapertura del caso. La scomparsa di Emanuela Orlandi, soprattutto negli ultimi tempi, è tornata di nuovo sotto ai riflettori. Merito, forse, anche della docuserie uscita lo scorso autunno su Netflix, Vatican Girl, in cui si ripercorre la vicenda dalla scomparsa di Emanuela, all'epoca quindicenne e le indagini, con le molteplici piste, seguite nel corso del tempo.

Durante le riprese, un'amica di Emanuela ha rivelato anche il segreto della quindicenne: "Si vergognava, ma mi aveva rivelato di essere stata avvicinata da una persona vicina al papa". A seguito della pubblicazione della serie, anche altre nuove informazioni inedite sono emerse.

Secondo quanto ha rivelato Ali Agca in una lettera indirizzata a Pietro Orlandi, Emanuela sarebbe ancora viva e dopo il rapimento, organizzato dallo Stato Vaitcano, sarebbe stata trasferita in un convento di suore. In alcuni audio inediti, invece, una persona vicina a De Pedis ammetterebbe il coinvolgimento della Banda della Magliana, considerato da numerose delle piste seguite a partire da quella fatidica giornata del 1983. "Quando è diventato tutto una schifezza, il segretario di Stato ha deciso di intervenire – ha spiegato – Così si è rivolto ai cappellani del carcere: non hanno fatto altro che chiamare De Pedis, gli hanno spiegato la situazione e chiesto una mano per risolverla".

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