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False promesse di lavoro in Vaticano in cambio di soldi: “Pagami, conosco i cardinali”

Vittima di una truffa da parte di un uomo che fingeva di lavorare per il Vaticano e che avrebbe trovato un posto di lavoro a suo figlio. Un 67enne è stato condannato a tre anni e quattro mesi di reclusione.
A cura di Alessia Rabbai
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Tre anni e quattro mesi di reclusione per truffa è la condanna che il Tribunale monocratico ha stabilito nei confronti di un uomo di sessantasette anni residente a Roma ma originario della Libia. Ha ingannato per mesi una donna chiedendole denaro, sostenendo di avere conoscenze all'interno del Vaticano.

Una vicenda che è andata avanti fino a quando la cinquantanovenne non lo ha denunciato, nei suoi confronti la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un'inchiesta e il sessantasettenne è finito a processo. A riportare la notizia è Il Messaggero, che racconta come la donna truffata sia stata adescata attraverso i social network. I fatti risalgono al 2014 il sessantasettenne si è presentato come un funzionario dell’ufficio stampa del Vaticano che lavorava per la Santa Sede da oltre  trent'anni e di conoscere diversi cardinali. I due si sono scambiati i contatti personali, numero di telefono e indirizzo email e hanno iniziato a scambiarsi messaggi, la donna si è fidata e ha creduto al racconto di lui. Così col tempo si è aperta e gli ha detto di avere un figlio neolaureato in Storia presso l’Università Statale di Milano.

L'uomo ha colto l'occasione e si è fatto mandare il curriculum vitae del ragazzo, con la promessa che l'avrebbe mostrato ad un presunto sovraintendente, che avrebbe potuto affidargli un incarico in Vaticano. In cambio però la donna avrebbe dovuto pagare i "sacerdoti". Così mese dopo mese la donna si è trovata a sborsare centinaia e centinaia di euro, con la speranza di ottenere una buona posizione lavorativa per suo figlio. Fino a quando non ricevendo nulla in cambio dai pagamenti fatti non si è resa conto di essere stata vittima di una truffa. Arrivata infatti a Roma per essere ricevuta come le era stato detto in Vaticano, ha incontrato l'imputato e da quell'incontro dal quale l'uomo pretendeva ancora soldi, ha capito che non avrebbe mai parlato con i sacerdoti. La donna ha dunque sporto denuncia ai carabinieri.

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