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Per la giudice l’assalto alla Cgil non è di matrice fascista

Nella sentenza della giudice, non viene riconosciuta la matrice fascista dell’assalto alla Cgil del 9 ottobre 2021. Evidenti, invece, devastazione e saccheggio.
A cura di Beatrice Tominic
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Una delle immagini dell'assalto alla sede della Cgil a Roma
Una delle immagini dell'assalto alla sede della Cgil a Roma

Nessuna matrice fascista dietro all'assalto alla Cgil: questo è quanto stabilito, a poco più di un anno dai fatti, nelle motivazioni della sentenza che vede condannati i 6 imputati che hanno scelto il giudizio con rito abbreviato. Secondo la giudice, invece, risultano evidenti la devastazione e il saccheggio.

A guidare l'assalto alla Cgil avvenuta il 9 ottobre 2021, i leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore e l’ex Nar Luigi Aronica. Ma come si legge su Domani, secondo la sentenza della giudice Valeria Tomassini, "non emerge alcuna lesione" ai valori dell'antifascismo. L'Anpi, Associazione Nazionale Partigiani Italiani, era stata riconosciuta fra le parti civili nel processo con rito abbreviato, eppure le motivazioni esposte dall'associazione non sono state ascoltate: nei prossimi processi, l'associazione dei partigiani non sarà neppure presa in causa.

La sentenza è stata depositata lo scorso 8 ottobre. Pochi giorni dopo il segretario della Cgil, Maurizio Landini, aveva dichiarato, per quanto riguarda il comportamento delle Procure: "Hanno fatto quello che era in loro potere". Diverso ruolo, invece, quello del parlamento e di Draghi che, non riconosciute le implicazioni neofasciste dai giudici, si è limitato a portare la sua solidarietà alla Cgil.

Nel frattempo Giorgia Meloni, fra le prime persone a sostenere che la "matrice" dell'assalto non era chiara, si appresta a formare il nuovo governo. Fra i papabili nomi per il ministero dell'Interno appare anche Matteo Piantedosi, prefetto in carica all'epoca dei fatti che ha gestito l'assalto alla Cgil, concluso con 38 agenti feriti e una sede del sindacato completamente danneggiata.

Gli imputati per l'assalto alla Cgil del 9 ottobre 2021

Sono in tutto 24 gli imputati per i fatti accaduti il 9 ottobre 2021: partita come una manifestazione no green pass, in breve tempo il corteo ha raggiunto la sede del sindacato. L'assenza di matrice fascista è presente nella sentenza con cui i sei imputati che hanno scelto il rito abbreviato sono stati tutti condannati per devastazione e saccheggio. Altre udienze, invece, sono ancora in corso.

I sei imputati sono stati tutti condannati lo scorso 11 luglio: fra loro Fabio Corradetti, figlio della compagna del leader di Forza Nuova, Castellino e Massimiliano Ursino, leader palermitano di Forza Nuova,  condannati a sei anni per i reati di devastazione e resistenza a pubblico ufficiale aggravata, mentre Roberto Borra, Massimiliano Petri, Francesco Bellavista e Federico Trocino a quattro.

Parte proprio oggi, martedì 18 ottobre, anche un'altra parte del processo: stavolta fra gli imputati c'è Nicola Franzoni, no vax vicino ai movimenti di destra che in un'intercettazione avrebbe rivelato i dettagli sull'assalto alla Cgil.

L'anniversario dell'assalto alla Cgil

Qualche giorno fa, in occasione dell'anniversario dell'assalto alla Cgil, il sindacato ha organizzato una manifestazione. In questa occasione Landini ha nuovamente definito l'assalto come un atto fascista: circa una settimana fa lo stesso Landini ha lanciato un nuovo appello affinché vengano sciolti Forza Nuova e gli altri partiti neofascisti.

Proprio in quei giorni, anche Giuliano Castellino si è espresso a riguardo: "Hanno fatto una manifestazione contro Castellino, a qualcuno fa comodo raccontare la loro versione, gli fa comando lo scontro destra e sinistra", avrebbe detto l'ex leader di Forza Nuova nel corso di un convegno organizzato per lanciare un nuovo movimento, Italia Libera, insieme al suo avvocato, Carlo Taormina. "Non ci hanno messo in carcere, siamo ancora qui: la verità sul 9 ottobre non è la propaganda di Landini contro i lavoratori".

Eppure, fra i leader che guidavano la folla verso l'assalto alla sede del sindacato nella giornata dell'8 ottobre, c'era proprio Castellino: "Andiamo ad assediare la Cgil, oggi noi partiamo in corteo e andiamo a prenderci la Cgil", avrebbe urlato ai manifestanti.

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