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Parla Alfredo, vittima dell’aggressione omofoba nella metro di Roma: “Contro di noi pugni e sassi”

Alfredo ha raccontato a Fanpage.it l’aggressione omofoba subita, insieme al suo compagno, la sera del 26 febbraio alla stazione di Valle Aurelia di Roma e lancia un appello per l’approvazione della Legge Zan: “Impensabile che in un paese che si definisce ‘civile’ ci siano ancora episodi di questo tipo”.
A cura di Simona Berterame
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Da ieri il telefono di Alfredo non smette di squillare. Lui e Jean Pierre, il suo compagno, non avrebbero mai immaginato che il video della loro aggressione sarebbe diventato  virale, rimbalzando da un social all'altro e creando un enorme dibattito culturale e politico. "Siamo confusi e sorpresi per tutta la solidarietà e l'affetto ricevuti, non ce l'aspettavamo" spiega l'uomo, 36 anni, libero professionista.

La vicenda

Era il 26 febbraio 2021. "Stavamo aspettando il treno alla stazione di Valle Aurelia – racconta Alfredo – erano circa le 21, quando all'improvviso un ragazzo, dalla banchina opposta, inizia ad urlarci contro". Le frasi sono inequivocabili, considerando che la coppia si era appena scambiata un bacio: "Ma non vi vergognate!".  Jean Pierre risponde subito dicendo: "Vergognarci di cosa?". A quel punto l’aggressore attraversa i binari e ci corre incontro, sferrando prima uno schiaffo in piena faccia ad Alfredo e poi uno a Jean Pierre, il quale però lo affronta e viene più volte colpito con calci e pugni. L'aggressione, secondo il racconto della coppia, sarebbe poi terminata con un lancio di sassi presi dai binari e la successiva fuga dell'uomo. I due hanno sporto denuncia e, quasi un mese dopo l'episodio, il video dell'aggressione (girato da un loro amico) è stato reso pubblico. "Abbiamo deciso di denunciare subito, dopo essere andati al pronto soccorso per avere il referto necessario per poter denunciare" spiega Alfredo.

L'appello per la Legge Zan

L'episodio ha fatto tornare alla ribalta il tema dell'omofobia e la legge Zan, approvata alla Camera e da mesi ferma al Senato. “L’attenzione del mondo politico di fronte al caso di Alfredo e Jean Pierre – dichiara Rosario Coco, referente di Gaynet Roma – deve necessariamente tradursi in un impegno concreto per l’approvazione della legge Zan contro omotransfobia, misoginia e abilismo, che è solo un primo passo per colmare il divario che ci separa dall’UE sui diritti civili. Chi ha espresso da destra solidarietà a Jean Pierre,  come Giorgia Meloni, passi ai fatti e voti questa legge". Anche Alfredo coglie l'occasione per ribadire l'esigenza di avere presto una legge contro l'omotransfobia: "Deve essere approvata il più presto possibile,  è impensabile che in un paese che si definisce “civile” accadano ancora episodi di questo tipo".

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