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L'omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro

Omicidio Willy, fratelli Bianchi respingono le accuse: “Non abbiamo toccato Willy”

“Non lo abbiamo toccato, respingiamo ogni accusa. Siamo interventi per dividere una rissa. Abbiamo visto un parapiglia e siamo arrivati”. Così Marco e Gabriele Bianchi, i due fratelli con la passione per la MMA arrestati per l’omicidio di Willy Monteiro Duerte hanno risposto nel carcere di Rebibbia alle domande del gip.
A cura di Redazione Roma
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Interrogati dal gip nel carcere di Rebibbia dove sono detenuti Marco e Gabriele Bianchi, i due fratelli arrestati con l'accusa di omicidio preterintenzionale per la morte di Willy Monteiro Duerte, respingono ogni accusa. I due giovani di Artena hanno risposto alle domande del giudice delle indagini preliminari della procura di Velletri allo stesso modo, sostenendo di non essere stati loro a massacrare il 21enne in strada a Colleferro, e al contrario di essere intervenuti per sedare una rissa. "Non lo abbiamo toccato, respingiamo ogni accusa. Siamo interventi per dividere una rissa. Abbiamo visto un parapiglia e siamo arrivati – hanno risposto – Siamo dispiaciuti e distrutti perché accusati di un omicidio che non abbiamo commesso"

"Le telecamere non hanno ripreso la rissa"

"Le testimonianze che porteremo all'attenzione degli inquirenti dicono l'opposto di quelle proposte dalla Procura e che sono discordanti. Si fa un racconto diverso da quello che dicono le telecamere che non ha ripreso l'arrivo dell'auto con a bordo i Bianchi". Lo ha detto l'avvocato Massimiliano Pica, fuori dal carcere di Rebibbia dopo l'interrogatorio di convalida. "I fratelli Bianchi hanno ammesso di avere ‘sbracciato' per dividere gli autori della rissa ma di non avere colpito il ragazzo", ha aggiunto. "Le telecamere hanno ripreso solo l'arrivo e la partenza dell'auto dove a bordo erano presenti i fratelli Bianchi ma non hanno ripreso la scena della rissa".

"Domani depositeremo in procura a Velletri nuove prove. Si tratta di testimonianze che contraddicono quelle della Procura e in particolare chi ha detto che dall'auto sono scese cinque o sei persone. I fratelli Bianchi, inoltre, affermano di non avere visto Willy a terra, vittima del pestaggio – continua Pica – Anche l'altro mio assistito, Mario Pincarelli non ha partecipato alla rissa ed ha respinto le accuse. Era presente sul posto ma non ha partecipato alla rissa".

L'avvocato di Marco e Gabriele Bianchi: "Hanno fatto da pacieri"

Secondo il legale dei due giovani, Massimiliano Pica, i due sarebbero intervenuti con il solo scopo di fermare una rissa, non partecipando a nessuna aggressione. "I miei assistiti non hanno partecipato alla rissa. – spiega – Sono scesi dalla loro auto per fare da paciere dopo aver visto alcuni loro amici coinvolti nella rissa. Al giudice hanno indicato i nomi di questi amici. Si sono fermati per cercare di dividerli avranno anche sbracciato, ma non hanno partecipato". Una versione molto diversa dal racconto del padre di uno dei giovani coinvolti, che ha raccontato come i ragazzi usciti dall'auto avrebbero portato a termine l'aggressione: "I fratelli Bianchi erano lì solo per picchiare. Non e' stata una rissa, ma un'aggressione. Sono stati 20 secondi di violenza inaudita".

L'omicidio di Willy: la ricostruzione del pestaggio

Secondo quanto ricostruito finora dalle testimonianze dei ragazzi coinvolti a scatenare la rissa in un primo momento sarebbero stati Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, entrambi arrestati con la stessa accusa dei due fratelli che sarebbero intervenuti in un secondo momento per dare manforte agli amici. La discussione sarebbe nata all'interno di un locale ("Il Due di Picche") per "un like di troppo messo alla foto di una ragazza". Al momento della chiusura i due gruppi si sono incontrati all'esterno e Willy, che ha riconosciuto un suo amico tra gli aggrediti dal gruppo dove si trovavano anche Marco e Gabriele Bianchi, avrebbe tentato di sedare la rissa vendendo però massacrato di botte a morte.

Il racconto dell'amico: "È morto per difendermi"

"Si è messo tra me e loro. Mi stavano picchiando quando ho visto Willy. Ha cercato di mettere pace. Ma hanno iniziato a picchiarlo in quattro – ha raccontato Federico Zurma ai carabinieri  – Uno di loro lo ha colpito con un calcio micidiale alla pancia. Willy è rimbalzato a terra, facendosi forza sulle braccia ha provato a rialzarsi, ma quello gli ha subito sferrato un pugno sulla testa, atterrandolo. La discussione tra me e loro è cominciata nella pizzeria ‘Duedipicche', poi è proseguita sulle scale davanti al locale e infinte nel giardino di fronte Quando eravamo lì è passato Willy con altri suoi tre amici di Paliano"

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