44 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

Omicidio Mollicone, la testimone: “Serena ha litigato con un ragazzo il giorno della scomparsa”

Continuano le testimonianze in Corte d’Appello per l’omicidio di Serena Mollicone, la ragazza trovata morta nel bosco di Fontanacupa a giugno 2001.
A cura di Natascia Grbic
44 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Lo zio aveva visto Serena Mollicone litigare con un ragazzo biondo il giorno della scomparsa. A sostenerlo è Mariapia Fraioli, una testimone ascoltata in dibattimento per la prima volta davanti la Corte d'Assise d'Appello di Roma. "Tornai a casa nel primo pomeriggio del 2 giugno e a casa c'era mio zio Carmine Belli: gli chiesi hai saputo chi è scomparsa. Lui disse di no. Allora gli feci vedere un volantino con la foto di Serena che avevamo per le ricerche. Lui mi disse che l'aveva vista venerdì mattina litigare davanti al bar Chioppetelle con un ragazzo biondino e che lei piangeva. Disse è proprio lei. Per questo lo invitati ad andare in caserma per dire che l'aveva vista".

L'avvistamento dell'uomo era della mattina del primo giugno 2001, giorno della scomparsa e della morte di Serena Mollicone. "Disse che Serena aveva pantaloni neri e una maglietta rossa. Del ragazzo disse che era biondino e alto quanto Serena". Carmine Belli, che sarà ascoltato durante la prossima udienza, fissata al 16 maggio, è il carrozziere prima accusato e poi assolto per morte della 18enne.

Al banco dei testimoni è salita anche Laura Ricci, l'ex fidanzata di Marco Mottola. Secondo la donna, Mottola – accusato dell'omicidio insieme al padre, l'ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, e alla madre – l'ha usata come alibi. Nel processo sono imputati anche i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quadrale.

"Ricordo Marco Mottola, con cui sono stata insieme dal 2002 quasi un anno dopo l'omicidio di Serena, come un ragazzo che si lasciava scivolare tutto addosso e quasi incapace di reagire violentemente anche alle provocazioni. Secondo me non era capace di uccidere. L'unica volta che lo vidi preoccupato e dispiaciuto fu quando con la famiglia andarono via da Arce. Marco fumava, oltre alle normali sigarette, anche hashish e marjuana. Marco Mottola mi chiese una scheda telefonica, che apparteneva a lui. All'epoca avevo 17 anni. A distanza di tempo ho pensato di essere stata usata per fornirgli un alibi e strumentalizzata da lui".

44 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views