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Omicidio Emanuele Morganti, i suoi assassini tornano in libertà

Paolo Palmisani, Mario Castagnacci e Michel Fortuna sono stati condannati in appello a 14 anni per omicidio preterintenzionale in relazione alla morte del 20enne Emanuele Morganti. Usciranno dal carcere, ma per loro rimarrà l’obbligo di dimora e il divieto di allontanarsi di notte dalle loro abitazioni.
A cura di Enrico Tata
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Emanuele Morganti
Emanuele Morganti

I tre ragazzi condannati per l'omicidio di Emanuele Morganti, 20enne morto quattro anni fa ad Alatri, provincia di Frosinone, torneranno presto in libertà. Così stabilisce un'ordinanza del presidente della Corte d'appello di Roma che fa riferimento, riporta il Messaggero, alla scadenza dei termini di custodia cautelare in attesa della sentenza definitiva. Paolo Palmisani, Mario Castagnacci e Michel Fortuna sono stati condannati in appello a 14 anni per omicidio preterintenzionale in relazione alla morte del 20enne. Usciranno dal carcere, ma per loro rimarrà l'obbligo di dimora e il divieto di allontanarsi di notte dalle loro abitazioni.

I tre accusati della morte di Morganti torneranno in libertà

I tre ragazzi sono stati condannati a 16 anni dai giudici di primo grado e a 14 anni da quelli d'appello. In attesa del passaggio in giudicato dopo la sentenza della Cassazione (sia la procura che la famiglia di Morganti hanno fatto ricorso), Palmisani, Fortuna e Castagnacci torneranno in libertà perché sono scaduti i termini della custodia cautelare. I primi due già stavano beneficiando dei domiciliari, mentre il terzo si trova ancora nel carcere romano di Regina Coeli per reati di droga precedenti alla morte di Morganti.

Il processo: la condanna per omicidio preterintenzionale

Sia in primo che in secondo grado la famiglia del ragazzo non si è detta soddisfatta delle sentenze. I giudici, infatti, non hanno riconosciuto l'accusa di omicidio volontario, così come richiesto dalla procura. I pm avevano chiesto l'ergastolo per Fortuna, che diede il pugno che fece cadere Emanuele, 26 anni per Palmisani e 24 anni per Castagnacci. La corte, però, si è rifatta alle perizie del medico legale: gli studi hanno stabilito che il ragazzo non è morto per le botte ricevute dai tre ragazzi, ma a causa dell'urto contro un'automobile parcheggiata mentre cercava di scappare dai suoi aggressori. Per questo i tre sono stati condannati per omicidio preterintenzionale: in altre parole hanno provocato la morte di Emanuele, ma non volevano ucciderlo. Il ragazzo è morto all'esterno di un locale di Alatri nella notte tra il 25 e il 26 marzo 2017. È stato picchiato con violenza dai tre indagati, ma il decesso sarebbe stato causato da una frattura delle ossa del cranio, che a sua volta avrebbe provocato una grave emorragia cerebrale. Questa frattura sarebbe stata causata dall'impatto della testa contro una superficie, avvenuto mentre il giovane cercava di scappare.

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