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Negato il patrocinio al Pride: come a Roma anche a Latina, centrodestra fa dietrofront

Dopo uno scambio di lettere con Tiziano Ferro, la sindaca di Latina ha annunciato il patrocinio al Lazio Pride. Poi ha fatto dietrofront: “Le mie aperture sono state strumentalizzate”.
A cura di Enrico Tata
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Come a Roma, anche a Latina. Dopo il dietrofront improvviso del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che aveva concesso e poi negato il patrocinio al Roma Pride, la sindaca di Latina, Matilde Celentano, ha fatto la stessa, identica cosa con il Lazio Pride. Ed entrambe le decisioni sono state prese, casualmente oppure no, dopo una nota di protesta dell'Associazione Pro Vita.

Dopo uno scambio di lettere con Tiziano Ferro, che dal palco dello stadio Olimpico ha invitato la prima cittadina a partecipare la Lazio Pride a Latina, città dov'è vissuto, la sindaca Celentano ha annunciato la concessione del patrocinio all'evento previsto per l'8 luglio. Le sue parole:

Mi ha chiesto di non voltarmi dall'altra parte, e come può constatare non l'ho fatto. Sono una donna, una madre, so cos'e' l'amore e nutro un profondo rispetto per i sentimenti, le inclinazioni e le aspettative di chiunque cerchi di affermare la propria personalita' e le proprie scelte usando gli strumenti del dialogo, del rispetto reciproco e dell'attenzione verso il prossimo.

Ancora, ha affermato Celentano:

Tiziano, lei è nato, cresciuto e ha sviluppato la sua personalità e il suo talento a Latina, e questo significa che la nostra è una città aperta e libera, capace di consentire a ciascuno di noi di esprimersi liberamente e altrettanto liberamente manifestarsi per la persona che è. Sono felice di questo, per me, per i miei figli e per tutti i miei concittadini, e intendo fornire il mio contributo, anche e soprattutto nella mia attuale veste di sindaco, affinché Latina continui ad essere accogliente, aperta, democratica, moderna ed europea, oggi più di ieri.

Mi chiede di tutelare le famiglie, le unioni, l'amore e di "accogliere la richiesta delle coppie omogenitoriali di registrare i loro bambini per concedere loro il presidio e la tutela di cui hanno bisogno", ebbene sappia che sono pronta a fare in questo senso tutto quello che la legge mi consentirà di fare, senza pregiudizi ne' riserve da parte mia.

Anche in questo caso è arrivata immediatamente una nota dell'associazione Pro Vita, che definiva grave la decisione della sindaca:

Il patrocinio un atto gravissimo e un tradimento per tutti gli elettori. Una sconcertante sudditanza psicologica del sindaco, che ha ceduto ai ricatti morali di Tiziano Ferro, ma dovrebbe ricordarsi che è lì per un mandato chiaro ricevuto dagli elettori alle scorse elezioni non per accontentare il cantante. Che senso ha che Fratelli d'Italia e il centrodestra propongano a livello nazionale leggi contro l'utero in affitto se poi localmente gli stessi sindaci di Fratelli d'Italia tradiscono le linee di partito?

Ebbene, come già è successo per il Roma Pride, il centrodestra ha fatto dietrofront e la sindaca ha negato il patrocinio con queste motivazioni:

"Ad una mia iniziale apertura al dialogo e al confronto con le Associazioni, si è risposto con una inaccettabile strumentalizzazione, come avvenuto a livello regionale. Non e' possibile condividere l'impianto centrale del documento redatto dagli organizzatori del Pride, prima fra tutte la pratica della maternità surrogata, in netto contrasto con la legislazione vigente, con le coscienze di gran parte delle persone e, in particolare, delle donne più fragili. Io sono e vorrò essere il sindaco di tutti ed è, quindi, mio preciso dovere rispettare le leggi dello Stato.

Credevo che la disponibilità mostrata nel rispondere ad un artista di fama mondiale come il nostro concittadino Tiziano Ferro, costituisse un'apertura importante e inaugurasse un sereno e rinnovato dialogo. Al contrario, per tutta risposta, ho dovuto prendere atto degli attacchi verso la mia persona e verso la carica che ricopro, chiedendomi di violare la legge, da parte degli organizzatori. Lo stesso triste copione che ha costretto il Presidente Rocca a ritirare il patrocinio, inizialmente concesso al Lazio Pride, e che quindi mi costringe a non concedere il patrocinio.

Gli organizzatori del Lazio Pride, Anna Claudia Petrillo e Valerio Vitale, hanno scritto una lettera in risposta alla decisione di Celentano:

Siamo felici che il nostro documento sia stato accuratamente letto.E ci teniamo a sottolineare che non solo non c'è nessuna strumentalizzazione, tanto meno una ricerca di visibilità.La richiesta di Patrocinio è stata invitata in data 29 maggio e non ha seguito nessuna richiesta per mezzo stampa. E il nostro documento politico è pubblico sui nostri canali.Il Lazio Pride non viola le leggi manifestando, ma chiede un avanzamento in termini di diritti, tutele e riconoscimento: le nostre rivendicazioni, da sempre, sono volte a modificare e/o proporre leggi diverse da quelle esistenti. Fin dai tempi in cui la comunità omosessuale era costretta a nascondersi per non essere ridotta al confino".

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