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Indagine sulla morte di Andrea Purgatori

Quand’è morto Andrea Purgatori non c’erano metastasi al cervello: i risultati dell’autopsia

I risultati delle analisi istologiche: al momento del decesso di Andrea Purgatori, non c’era alcuna metastasi al cervello.
A cura di Enrico Tata
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Andrea Purgatori (La Presse)
Andrea Purgatori (La Presse)
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Non erano presenti metastasi al cervello: questo il risultato delle analisi sui frammenti di encefalo prelevati dalla salma di Andrea Purgatori. Al momento del decesso del giornalista, non c'era alcuna metastasi cerebrale, come invece era stato diagnosticato dai medici indagati nell'ambito del fascicolo aperto dai pm della procura di Roma, dopo la denuncia presentata dai familiari di Purgatori.

Nessuna metastasi cerebrale quando Purgatori è morto

Stando a quanto si apprende, oggi c'è stato un incontro tra i periti nominati dagli inquirenti e gli esperti di parte per fare il punto sulle analisi effettuate in queste settimane all'istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata. Dagli esami istologici è emerso "concordemente" quanto riportato in precedenza, e cioè che non era presente alcuna metastasi al cervello. Il risultato di oggi, spiegano però gli esperti, non esclude che possano essere scomparse dopo la radioterapia a cui è stato sottoposto il giornalista.

La famiglia: "Fiducia nella magistratura"

Questa la nota diffusa dalla famiglia di Andrea Purgatori:

"In relazione ai risultati preliminari della consulenza tecnica, circolati oggi, la famiglia Purgatori prende atto dell'assenza di metastasi cerebrali a carico di Andrea Purgatori e, come fin dall'inizio di questa vicenda, continua ad confidare nell'operato della magistratura, con l'unico intento di far accertare la verità degli eventi e le eventuali responsabilità".

La morte di Andrea Purgatori

Andrea Purgatori è morto il 19 luglio del 2023 all'età di 70 anni. Giornalista, sceneggiatore, autore televisivo, era uno dei volti di punta di La7, dove conduceva il programma Atlantide. Ha perso la vita a Roma dopo una breve malattia.

Il calvario del giornalista è iniziato lo scorso 8 maggio, con la prima diagnosi. Uno dei due medici indagati ha parlato di "tumore al polmone e metastasi all’omero sinistro, a una ghiandola surrenale e numerose metastasi estese su tutto il cranio". Per questo motivo Purgatori è stato sottoposto immediatamente a un ciclo di radioterapia ad alte dosi al cervello.

Il 10 giugno una nuova diagnosi in un'altra struttura romana: quelle metastasi cerebrali non sarebbero mai esistite. Il medico ha descritto un quadro ischemico diffuso, ma ha confermato la diagnosi di tumore grave ai polmoni (ma senza metastasi cerebrali).

L'8 luglio Purgatori è stato trasportato in gravissime condizioni al Policlinico Umberto I. Lì un radiologo (il secondo indagato) assistente del professore della prima diagnosi, ha confermato la presenza di metastasi cerebrali.

I dubbi dei familiari e l'inizio delle indagini

I familiari hanno messo in dubbio fin da subito la tesi delle metastasi cerebrali e hanno presentato una denuncia per accertare "la correttezza della diagnosi refertata a Purgatori in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie". La procura ha indagato due medici per omicidio colposo.

Dall'autopsia sono emerse ischemie cerebrali e i pm hanno disposto esami istologici per accertare la presenza o meno delle metastasi. Oggi sono arrivati i risultati ufficiali delle analisi eseguite dai periti della procura e di quelli delle parti coinvolte. Se anche il tumore non fosse ancora arrivato al cervello, occorre sottolineare che nessun esperto ha mai messo in dubbio la gravità del tumore di cui era affetto Purgatori.

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