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Indagine sulla morte di Andrea Purgatori

Cos’è successo ad Andrea Purgatori e cosa sappiamo sulle indagini dopo la sua morte

Quello che sappiamo delle indagini da parte della procura di Roma in merito alla morte di Andrea Purgatori. Il fascicolo è stato aperto dopo l’esposto presentato dai famigliari del giornalista romano. Secondo i primi risultati dell’autopsia ad uccidere il giornalista sarebbe stata la presenza di ischemie cerebrali.
A cura di Enrico Tata
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C'è una vera e propria battaglia medico-legale al centro delle indagini sulla morte di Andrea Purgatori. Dopo l'esposto presentato dalla famiglia del giornalista, la procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo. Gli indagati sono due: il medico che ha formulato la prima diagnosi e un suo collaboratore che l'ha confermata pochi giorni prima del decesso.

Soltanto una volta comprese le cause sarà possibile fare chiarezza su quanto accaduto e individuare le eventuali responsabilità. Nel frattempo, il 31 luglio scorso, sono arrivati i primi risultati dell'autopsia: Andrea Purgatori sarebbe morto a causa della presenza di ischemie cerebrali, come dichiarato dagli avvocati della famiglia.

L'ipotesi della famiglia: diagnosi e cure sbagliate

L'ipotesi della famiglia di Purgatori è che non solo sia stata sbagliata la diagnosi iniziale, ma anche la terapia scelta. Nell'esposto si chiede infatti di accertare "la correttezza della diagnosi refertata a Purgatori in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie".

La prima diagnosi: tumore ai polmoni con metastasi cerebrali

La prima diagnosi è stata formulata lo scorso 8 maggio. A fine aprile Purgatori accusa fastidiosi sintomi e si reca presso una clinica in zona piazza Bologna. Viene inviato per approfondimenti da un famoso radiologo che dirige il reparto di diagnostica per immagini di una struttura sanitaria privata di Roma Nord. La diagnosi è questa: tumore ai polmoni con metastasi al cervello.

Per la precisione, scrivono i legali della famiglia Purgatori nell'esposto riportato sul quotidiano il Domani: "Tumore al polmone e metastasi all’omero sinistro, a una ghiandola surrenale e numerose metastasi estese su tutto il cranio". Questo impone l'inizio immediato delle terapie, ma il bersaglio scelto per dosi massicce di radioterapia è il cervello (a causa delle metastasi) e non il polmone.

La seconda diagnosi: nessuna metastasi al cervello

Il 10 giugno Purgatori si sente male e viene ricoverato presso la prima clinica in cui si era rivolto. Viene eseguita una tac che non evidenzia alcuna metastasi al cervello, ma solo un quadro ischemico diffuso. L'effetto della radioterapia? No, secondo i medici le metastasi non ci sono mai state. Si è trattato, fin dall'inizio, di ischemie cerebrali. Il quadro clinico, comunque, resta compromesso. Nessun esperto, infatti, ha mai messo in dubbio l'esistenza di un grave tumore ai polmoni.

Vengono ripetuti gli esami e un esperto del Policlinico Umberto I sostiene anche lui che non c'è mai stata alcuna metastasi cerebrale, ma soltanto un quadro ischemico diffuso.

Spiega lui stesso nel corso di un'intervista rilasciata al Messaggero: "La situazione in questo caso è molto complessa e molto specialistica. L’interpretazione diversa da parte di chi ha eseguito gli esami ha portato a conseguenze terapeutiche diverse rispetto a quelle che avrei scelto io. Io ho le mie opinioni, chi ha letto le altre risonanze ne ha un’altra, e di conseguenza sono state fatte terapie mirate".  Si riferisce alle terapie mirate e massicce al cervello, sbagliate nel caso le metastasi non fossero mai esistite. Queste scelte, ha spiegato il professore "incidono molto sull'esito".

Tuttavia aggiunge anche: "Quello che è stato fatto in termini terapeutici non credo abbia influito sulla prognosi del paziente, in tutta onestà. Però può darsi".

La morte di Purgatori e la conferma delle metastasi

L'8 luglio Andrea Purgatori sta malissimo e viene trasportato al Policlinico Umberto I. Là trovano un radiologo assistente del professore della prima diagnosi, quella delle metastasi. Tra l'altro anche lui ha firmato quel referto. Si tratta del secondo indagato. La prima cosa che dice ai familiari è che le metastasi cerebrali c'erano e, addirittura, sono state riscontrate in un ulteriore esame. Il 19 luglio il giornalista muore. Nel primo comunicato i famigliari parlano di "malattia fulminante".

Determinanti i risultati dell'autopsia

A risolvere questa complicata questione medico-legale sarà l'autopsia disposta dal pm titolare dell'indagine, il procuratore aggiunto Sergio Colaiocco. L'esame autoptico è eseguito presso l'istituto di medicina legale del Policlinico di Roma Tor Vergata. Sarà effettuata anche una tac, per determinare l'esistenza o meno delle metastasi al cervello.

Dopo un primo test, ulteriori visite e accertamenti sono previsti nel mese di settembre. Secondo i primi risultati dell'autopsia arrivati il 31 luglio 2023, Purgatori sarebbe morto a causa delle ischemie cerebrali. La conferma è arrivata da parte degli avvocati della famiglia del giornalista: "Quanto emerso dagli esami consolida le nostre tesi, cioè che Purgatori sarebbe stato colpito da ischemie cerebrali", hanno comunicato.

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