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Omicidio Desirée Mariottini a Roma

Morte Desirèe Mariottini, la risposta di Giampiero Mughini: “Le mie parole erano di pietas infinita”

Comparirà a processo il prossimo 31 ottobre accusato di calunnia per essersi espresso su Desirèe Mariottini: “Era una ragazza fragile e indifesa”, chiarisce in una lettera.
A cura di Beatrice Tominic
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Aveva definito Desirèe Mariottini, la sedicenne stuprata e lasciata morire nel giaciglio di uno stabile abbandonato in via Lucani, "una predestinata". Per queste parole Giampiero Mughini, querelato dalla famiglia della ragazza, finirà a processo il prossimo 31 ottobre con l'accusa di calunnia: fra i testimoni anche Mara Venier, conduttrice nel programma in cui Mughini ha preso la parola.

Il giorno dopo la notizia dell'inizio del processo, è stato proprio lo stesso Giampiero Mughini a riportare la sua versione dei fatti, in una lunga lettera arrivata a la Repubblica.

"Le mie erano parole di pietas infinita per quella sventurata ragazza e lo dimostrerà a iosa la registrazione della puntata, la registrazione parola per parola del mio pensiero. Parola per parola", ha scritto.

La risposta di Giampiero Mughini

"Che la querela mi sia arrivata non c’è dubbio, che io “abbia calunniato” Desirée lo stabilirà il tribunale di Roma", inizia a scrivere Mughini, prima di iniziare a ripercorrere quanto accaduto in quella domenica di ottobre, ad una decine di giorni dal ritrovamento del corpo della sedicenne.

"Ero stato invitato a una puntata di Domenica In condotta da Mara Venier. L’assassinio della ragazza era recente. Il tutto cominciò con un servizio redazionale, dov’erano illustrati i fatti, accompagnato da una voce femminile che definiva Desirée “una principessa guerriera”, una tale scemenza da lasciarmi allibito".

La reazione è stata immediata: "Presi la parola a dire che purtroppo Desirée nei suoi pochi anni di vita non era stata “una principessa”, purtroppo no, non lo era stata. E bensì era stata una creatura fragile e indifesa, per l’appunto una “predestinata”. Non aveva soldi, pativa il bisogno della droga, aveva poca esperienza della vita e dei delinquenti che l’affollano, aveva un padre che era stato accusato di trafficare in droga, una madre relativamente distante tanto che a Roma lei faceva affidamento sulla nonna".

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