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Mondiali di Atletica, l’assessore Onorato: “Grave il no del Governo Meloni, così Roma perde credibilità”

Alessandro Onorato, assessore allo Sport, alla Moda e ai Grandi Eventi di Roma Capitale a Fanpage.it: “Il no del Governo Meloni come il no di Virginia Raggi alle Olimpiadi. Altrettanto grave, perché fa perdere credibilità a Roma”.
A cura di Enrico Tata
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Alessandro Onorato, assessore allo Sport, alla Moda e ai Grandi Eventi di Roma Capitale, il Governo Meloni ha deciso di non finanziare la candidatura di Roma ai Mondiali di Atletica 2027. Secondo lei si tratta di una scelta politica?

Non lo so, mi auguro di no. Resta il fatto che siamo rimasti tutti meravigliati. È stata una scelta di certo inaspettata, perché il ministro dello Sport, Andrea Abodi ha sempre rassicurato, sia il Comune di Roma che la Fidal, Federazione Italiana atletica leggera. Vorrei sapere dal ministro Abodi perché il governo Meloni finanzia i Giochi del Mediterraneo a Taranto per oltre 250 milioni di euro, le Atp Finals a Torino, le Universiadi a Napoli, le Olimpiadi a Milano e Cortina e questi 85 milioni di euro per i Mondiali di Atletica di Roma non li riesce a trovare?.

Se a Roma ci fosse stato un sindaco di centrodestra, lei crede che il governo avrebbe avuto un altro atteggiamento?

Forse si, ma la nostra concezione di rispetto delle istituzioni è a prescindere dal colore politico. In ballo non ci sono le sorti elettorali di chi ha un ruolo al Comune di Roma o al Governo italiano, ma la competitività e la credibilità di Roma Capitale d'Italia. Questo giochino secondo cui ogni scelta viene compiuta in base alle squadre politiche in campo, qualora fosse vero, sarebbe l'errore più grave che si possa commettere. In questo modo, infatti, si dimentica che l'interesse in gioco è di tutti e non di un partito o di una parte politica.

La scelta del Governo arriva peraltro in ritardo, visto che ieri si decideva la sede dei Mondiali. Roma avrebbe potuto vincere?

Chiariamo: la candidatura ai Mondiali di Atletica leggera non nasce da Roma Capitale, ma nasce dalla Fidal, con il sostegno del Coni, e dal Governo. Noi abbiamo  soltanto ricevuto una chiamata dal ministero dello Sport e dalla Fidal, che ci hanno chiesto se fossimo d'accordo con la candidatura di Roma. E noi abbiamo risposto positivamente.

Questa candidatura sicuramente nasce tardi, ma evidentemente a livello internazionale non erano tutti convinti di andare a Pechino visto che li ha ospitati già nel 2015 (i Mondiali di Atletica sono stati assegnati a Pechino .ndr) e quindi si cercava la sponda di Roma. Peccato che il Governo non abbia colto al volo questa opportunità. Il ministro Abodi ha peccato anche di scarso coraggio, dicendo ‘Ok, sosteniamo i Mondiali, ma rimandiamo al Parlamento la copertura economica'. E questo ha costretto la Fidal al ritiro della candidatura e per Roma è stata una figuraccia.

Lei ha detto che un simile ‘no' è paragonabile solo a quello di Virginia Raggi alla candidatura di Roma alle Olimpiadi. L'ex sindaca, però, continua a rivendicare la sua scelta. 

Che lei lo rivendichi è legittimo, ma quel ‘no' alle Olimpiadi è stato già giudicato dalla storia e dai fatti. È stato un errore gravissimo, perché la nostra città ha bisogno di grandi appuntamenti internazionali di carattere sportivo. Io ho fatto il paragone tra Meloni e Raggi perché è un ‘no' identico a quello che fu per la candidatura alle Olimpiadi. Quello ai Mondiali di Atletica è un ‘no' altrettanto grave, perché fa perdere credibilità a Roma, una città che si candida a ospitare grandi appuntamenti sportivi internazionali, ma poi per un motivo o un altro si ritira. E questo non va bene. La credibilità è un valore unico che Roma non può perdere. Il prezzo lo pagano i cittadini e gli imprenditori romani.

I grandi eventi sportivi sono un rischio oppure un'opportunità per una città come Roma?

I grandi eventi sportivi sono un'opportunità per avere investimenti straordinari con fondi statali per recuperare infrastrutture vecchie e obsolete che Roma purtroppo possiede. Gli impianti sportivi risalgono alle Olimpiadi del 1960 e ai Mondiali di calcio del 1990. Non bisogna essere laureati ad Harvard per capire che se portiamo grandi appuntamenti a Roma, possiamo recuperare un gap con il passato. La Ryder Cup di golf, per fare un esempio, è stata anche un'occasione per terminare la Tiburtina. Senza questo evento, magari il cantiere sarebbe ancora là. Avere procedure straordinarie date da appuntamenti straordinari, rende il recupero molto più rapido e in una città complessa come Roma questo è fondamentale.

 Expo 2030, autorità europea antiriciclaggio e ora anche i Mondiali di Atletica: vede una strategia da parte del Governo nel suo mancato sostegno al Campidoglio? Si cerca di ostacolare un’amministrazione guidata da una forza politica diversa?

Tra il sindaco Gualtieri e la presidente Meloni c'è un'ottima collaborazione istituzionale e non posso dire il contrario. Ma posso dire che è arrivato il momento dei fatti concreti: sono venti anni che si parla di una legge speciale per Roma. Ad oggi non abbiamo fondi speciali come Capitale, non abbiamo alcuno status particolare o fondi straordinari. Ci auguriamo che, su questo, la presidente Meloni passi dalle parole ai fatti. Se Roma vuole essere competitiva con Parigi e Londra, allora deve avere uno statuto speciale e fondi straordinari. Altrimenti è impossibile.

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