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Mistero a Castel di Leva: Giovanni Nesci uccide il vicino a sangue freddo, ma movente non convince

Non torna il movente, fa riflettere la modalità dell’omicidio e il fatto che l’assassino si è costituito poco dopo alle forze dell’ordine dopo aver ucciso un uomo a sangue freddo: sono molti i misteri legati alla morte del 48enne Fabio Catapano, ucciso davanti casa dal vicino di 22 anni, Giovanni Nesci.
A cura di Enrico Tata
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Giovanni Nesci
Giovanni Nesci

Giovanni Nesci, 22 anni, è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario. Calabrese di nascita, da qualche mese viveva in una villetta in via Sparanise, a Castel di Leva, vicina a quella della vittima Fabio Catapano, 48 anni, ucciso ieri a colpi di pistola davanti al cancello del civico 64. Nesci si è presentato spontaneamente dai carabinieri e ha confessato l'omicidio. Una vicenda passionale, un tradimento subito dalla vittima, ha detto Nesci, ma gli investigatori non gli credono. "L'ho ucciso perché pensava avessi una storia con la compagna", le parole del ragazzo. "Giovanni per me era come un figlio, ho accolto amorevolmente lui e gli altri tre amici tutti calabresi con i quali era venuto a vivere dietro a casa nostra. Erano sempre da me e Fabio, stavano con i nostri figli. Facevo per loro le ciambelle e ora Giovanni ha detto ai carabinieri di aver ammazzato mio marito. Così, a sangue freddo. Ma per me stava fuori, era spaventato. Non era drogato, ma aveva gli occhi rossissimi ed era terrorizzato per qualcosa", ha dichiarato all'Adnkronos la moglie di Catapano.

Molti misteri a Castel di Leva

Stando alle prime ricostruzioni, martedì scorso Nesci e uno degli altri ragazzi che vivevano insieme a lui avevano cenato dai Catapano. Al rientro a casa Nesci disse di essere stato derubato da qualcuno. "Era come un figlio, ha l’età di mio figlio, ci aveva pitturato le pareti di casa, perché fa l’imbianchino, con il lockdown abbiamo giocato tutti a risiko e mangiato torte…Li abbiamo accolti amorevolmente, Giovanni e gli altri tre quattro amici calabresi con i quali era venuto a vivere dietro casa nostra. Erano sempre da me e Fabio, stavano con i nostri figli", ha continuato a raccontare la moglie di Catapano. Tutto potrebbe essere dovuto a quel furto fatto in casa loro e del quale i ragazzi accusavano, sembra, Catapano. Nelle ricostruzioni, però, più di qualcosa non torna: la storia della gelosia è poco credibile, ma anche quella del furto subito. E perché l'assassino si è consegnato subito? E dopo quella che sembra una vera e propria esecuzione a sangue freddo.

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