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Minacciava i ristoratori così: “Sono un Casamonica, la cena me la devi offrire”

Angelo Casamonica finirà a processo con questa accusa: estorsione dei confronti di oltre dieci ristoratori romani. Sei di loro si sono rifiutati di sottostare alle richieste e alle minacce del membro del clan e gli hanno fatto comunque pagare il conto. Altri, invece, hanno effettivamente offerto il pasto.
A cura di Enrico Tata
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"Sono Angelo Casamonica, il nipote di Vittorio". Tanto bastava per riuscire a non pagare le cene in molti ristoranti della Capitale. Vittorio Casamonica era il boss della famiglia, colui che fu celebrato con il funerale in stile Padrino nella chiesa di Don Bosco, nell'omonimo quartiere. Angelo Casamonica finirà a processo per questo: estorsione dei confronti di oltre dieci ristoratori romani. Sei di loro si sono rifiutati di sottostare alle richieste e alle minacce del membro del clan e gli hanno fatto comunque pagare il conto. Altri, invece, hanno effettivamente offerto il pasto.

Sette ristoratori romani hanno ammesso: "Abbiamo offerto il pranzo a Casamonica"

Le indagini sono cominciate grazie a una denuncia presentata da uno dei titolari dei locali. Colui che ha presentato la denuncia, infatti, ha riferito di avere ricevuto una telefonata in cui il suo interlocutore si era presentato come un Casamonica. Gli aveva fatto capire di voler cenare nel suo locale senza pagare un euro. Il ristoratore ha quindi contattato i carabinieri della stazione Quadraro di Roma e questi hanno cominciato ad indagare partendo dai tabulati telefonici delle utenze intestate ad Angelo Casamonica. Sono emerse circa cento chiamate in altrettanti ristoranti della Capitale. I titolari sono stati convocati, ma la maggior parte di loro, forse per il timore di ritorsioni, ha detto di non ricordare nulla. Altri hanno detto che alla fine il cliente avrebbe regolarmente pagato. In sei hanno detto di non essersi prestati alle richieste di Casamonica, mentre in sette hanno detto di aver effettivamente offerto la cena all'indagato dopo le chiamate minacciose di quest'ultimo. Una volta, per esempio, Casamonica è riuscito a farsi offrire una cena da 70 euro, un'altra un conto da oltre 100 euro a Monti e un'altra ancora una pranzo da 100 euro al Laurentino.

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