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Minaccia di morte la ex: “Ti porterò all’altare non sposandoti, ma nella bara”

I poliziotti hanno dato esecuzione a provvedimenti restrittivi riguardanti il codice rosso. Uno vede vittima un donna, minacciata di morte dall’ex, l’altro un avvocato, perseguitato da un ex cliente.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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"Finché non ti esce il sangue non ti ho massacrata", "Ti porterò all’altare non sposandoti, ma nell’altro modo…" e "…mi faccio carcerà, ma ti ammazzo…" sono le pesanti minacce di morte, che un uomo di cinquant'anni rivolgeva alla sua ex compagna. Una spirale di violenze nella quale si trovava da due anni una donna. Fino a quando nello scorso fine settimana gli agenti del Commissariato della Polizia di Stato Distaccato di Tivoli-Guidonia lo hanno sottoposto, su disposizione del giudice delle indagini preliminari, al divieto di avvicinamento di un chilometro dalla ex e ai luoghi da lei frequentati, dall’abitazione dei suoi genitori e della sorella, dalla scuola frequentata dai figli, applicandogli il braccialetto elettronico, per maltrattamenti in famiglia. Sempre lo scorso fine settimana i poliziotti hanno dato esecuzione a tre diversi provvedimenti  restrittivi riguardanti il codice rosso.

Sulla ex violenze fisiche e psicologiche

L'uomo, residente a Guidona Montecelio alle porte di Roma e con precedenti per reati contro il patrimonio e contro la persona aveva reso la vita della ex impossibile, costringendola a cambiare abitudini di vita per il terrore continuo che le incuteva, con violenze fisiche e psicologiche. Secondo quanto ricostruito in sede d'indagine la aggrediva con morsi, calci, schiaffi, colpi in testa e tirate di capelli, minacciandola di morte anche con un coltello. La donna aveva iniziato anche un percorso presso un Centro Antiviolenza, poi interrotto, perché il compagno l’aveva convinta che era normale che le coppie litigassero.

Ex cliente stalkerizza avvocato, minacciando di dare fuoco allo studio

Un secondo episodio ha come vittima un avvocato, perseguitato da un cliente di quarantuno anni originario di Subiaco, al quale dieci anni prima si era rivolto, per una pratica risarcitoria a seguito di un incidente stradale, il cui esito in Tribunale non lo aveva soddisfatto.

Così ha iniziato a perseguitare l'avvocato con telefonate e messaggi su Whatsapp, anche di notte, presentandosi in continuazione presso il suo studio. In un’occasione ha lasciato sul tavolo dello studio le proprie medicine, in un’altra una tanica di benzina, minacciando di dare fuoco a tutto. Lo ha inoltre pedinato e avvicinato presso gli Uffici Giudiziari del Tribunale di Roma. Gli agenti del Commissariato Tiburtino, su ordine del giudice delle indagini preliminari, hanno deciso per il divieto di avvicinamento a una distanza non inferiore a 500 metri dai luoghi abitualmente frequentati dal suo avvocato, braccialetto elettronico e il divieto di dimora nel Comune di Tivoli.

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