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Massimo Carminati positivo al coronavirus: verso il rinvio dell’udienza di Mafia Capitale

Massimo Carminati è in isolamento domiciliare insieme alla moglie. I suoi legali hanno chiesto il rinvio dell’udienza fissata per domani al processo d’appello bis per Mafia Capitale. Carminati è stato scarcerato lo scorso giugno dopo 5 anni e 7 mesi di reclusione per decorrenza dei termini di custodia cautelare.
A cura di Natascia Grbic
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Massimo Carminati è positivo al coronavirus. L'ex Nar, scarcerato lo scorso giugno per decorrenza dei termini di custodia cautelare nell'ambito del processo al ‘Mondo di Mezzo', si trova in isolamento domiciliare insieme a sua moglie. I suoi avvocati hanno presentato oggi l'istanza per richiedere il rinvio dell'udienza fissata per domani al processo d'appello bis per una ventina di imputati, tra cui Salvatore Buzzi. La Cassazione ha fatto cadere per tutti il 416 bis, ossia l'accusa di associazione di tipo mafioso. Massimo Carminati è stato fatto uscire dal carcere dopo cinque anni e sette mesi di reclusione.

La caduta dell'accusa di associazione mafiosa

Massimo Carminati era stato condannato a 14 anni e sei mesi di reclusione nel processo per Mafia Capitale. La Corte di Cassazione, con successiva sentenza, ha stabilito che l'organizzazione con a capo Buzzi e Carminati non era un'organizzazione mafiosa ma un'associazione a delinquere "semplice", rinviando alla celebrazione di un nuovo processo in Corte d'Appello. Nell'ottobre dello scorso anno, caduta l'accusa di associazione mafiosa, a Carminati era stato revocato il regime carcerario duro del 41 bis. A giugno, la scarcerazione per decorrenza dei termini.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

"La Corte, senza affatto negare che sul territorio del comune di Roma possano esistere fenomeni criminali mafiosi, come questa Corte ha avuto modo di affermare, ha spiegato che i risultati probatori hanno portato a negare l'esistenza di una associazione per delinquere di stampo mafioso: non sono stati infatti evidenziati né l'utilizzo del metodo mafioso, né l'esistenza del conseguente assoggettamento omertoso ed è stato escluso che l'associazione possedesse una propria e autonoma ‘fama' criminale mafiosa", così gli ermellini hanno sintetizzato le motivazioni della sentenza.

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