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Maschere e accessori di Halloween pericolosi: sequestro da 3 milioni di euro

Oltre un milione di maschere, vestiti e accessori di Halloween non sicuri e potenzialmente pericolosi che avrebbero fruttato circa 3 milioni di euro. È il maxi sequestro della Guardia di Finanza in due capannoni al Prenestino, denunciati i quattro rappresentanti di imprese cinesi di import-export.
A cura di Luca Ferrero
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Erano pronti a finire nelle case di bambini e adolescenti romani per festeggiare il 31 ottobre: maschere, trucchi e accessori per Halloween potenzialmente pericolosi per la salute. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno sequestrato circa un milione e mezzo di articoli privi dei requisiti di sicurezza e quindi potenzialmente dannosi. Un giro d'affari che sarebbe fruttato a chi ne era a capo circa tre milioni di euro. La scoperta è stata fatta nel corso dei controlli a tappeto nel quartiere Prenestino, dove le Fiamme Gialle hanno denunciato i quattro rappresentanti legali delle aziende alle quali facevano capo e all'interno delle quali hanno anche trovato un lavoratore in nero.

Il maxi sequestro della Guardia di Finanza

Halloween, la festa di origine anglosassone che riscuote sempre più successo in Italia, è una ghiotta occasione per molti di trarne profitto, anche illegalmente. Ogni anno, i giovanissimi invadono cartolerie e negozi di giochi per procurarsi maschere, cerchietti, travestimenti, trucchi e giochi per suonare di campanello in campanello e domandare il famoso ‘dolcetto o scherzetto?', oppure per i party a tema organizzati a casa. E come ogni anno avrebbero potuto finire sugli scaffali dei negozi anche prodotti potenzialmente pericolosi per la salute. Dopo una serie di verifiche, i militari del 3° Nucleo Operativo Metropolitano hanno ispezionato due capannoni che si trovano nel territorio della periferia Est. Qui hanno scoperto circa un milione e mezzo di articoli senza requisiti di sicurezza. I magazzini, dove è stata trovata la merce, fungevano da deposito per imprese di import-export gestite da cittadini di nazionalità cinese. I rappresentanti legali delle aziende sono stati denunciati per frode in commercio. Uno tra loro, inoltre, dovrà rispondere dell'omessa comunicazione di avvio del rapporto di lavoro all’Ispettorato Territoriale.

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