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La truffa che ha portato al sequestro di 63 milioni in bitcoin: uno Schema Ponzi di criptovalute

Maxi sequestro da 63 milioni di euro in criptovalute con base a Frascati. Il Tenente Ape della Guardia di Finanza racconta le indagini e come funzionava la truffa: “Prima operazione di questo genere in Italia”.
A cura di Rosario Federico
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"La prima operazione di sequestro della Guardia di Finanza in Italia che ha riguardato le monete digitali create attraverso il circuito Binance Smart Chain dal valore così importante, che equivale a circa 63 milioni di euro. Gli investitori erano attirati dalle promesse di rendimenti insolitamente alti e garantiti in breve tempo e dai metodi di approccio della società italiana: dagli incontri a distanza online a tu per tu, alle pubblicità sul web e i canali social".

A parlare a Fanpage.it è Antonio Ape, Tenente colonnello della Guardia di Finanza di Roma, del nucleo di polizia economico finanziaria, sul sequestro di oltre 776 milioni di criptovalute avvenuto a Frascati, con una società italiana, che, totalmente abusiva, aveva creato una nuova moneta digitale fantasma, offerta come attrattiva di investimento sul proprio sito web.

"L'autorità giudiziaria ha ritenuto opportuna la richiesta di un giudizio immediato delle 21 persone coinvolte e come data per l'inizio del giudizio davanti al tribunale è stata scelta il 20 maggio", ha detto il Tenente colonnello Ape.

Come convincevano ad effettuare investimenti

L'aspettativa di un grande ritorno economico in breve tempo, soprattutto se si favoriva l'inserimento di nuovi clienti sulla piattaforma online, ovviamente illegale, catturava l'attenzione dei risparmiatori: "Attraverso il tam tam su Facebook, Instagram e Telegram arrivavano persone che avevano grandi somme di denaro da investire e con i quali si potevano quindi compravendere Bitcoin". – aggiunge Ape – "Le attività della società avevano base operativa a Frascati ma erano attive in tutto il territorio nazionale, per un mercato che poi è confluito anche a livello europeo. I siti che hanno costituito ad hoc per veicolare i messaggi pubblicitari dell'attività non erano riconosciuti da un'autorità di vigilanza e veicolavano i capitali su ulteriori rapporti in Italia o all'estero", ha spiegato Ape.

Rendimenti alti nel più breve tempo possibile

La società di truffatori ha utilizzato lo schema di Ponzi per attirare gli investitori promettendo rendimenti alti o garantiti in breve tempo. Invece di generare profitti veri attraverso investimenti legittimi, i rendimenti ai vecchi investitori vengono pagati con i capitali raccolti dai nuovi.

Lo schema non si basa su un'attività economica reale e non ci sono quindi soluzioni legittime o attività da poter considerare imprenditoriali alla base dello schema usato. "Se il sistema risulta completamente abusivo, l'investitore non è tutelato. La società illegale poi sparisce e ricicla il denaro per essere poi veicolato all'estero", ha spiegato il Tenente colonnello Ape.

Come funziona il mercato legale di Bitcoin

Il Bitcoin è un'attività lecita e riconosciuta dagli organismi nazionali e internazionali. L'investitore ha diversi strumenti per agire sull'andamento della valuta, che risulta legale se conforme a certe indicazioni e riconosciuto da un'autorità di vigilanza. Se si vuole intraprendere un'attività come operatore virtuale di Bitcoin si chiede l'inserimento nell'albo dell'Organismo degli agenti e mediatori creditizi (OAM), dove possono essere inseriti gli iscritti nel registro.

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