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L’odissea degli studenti al ritorno a scuola: “Tragitti infiniti e mezzi strapieni”

La ripresa delle lezioni in presenza a Roma in pandemia ha reso difficoltosi gli spostamenti degli studenti. Particolarmente penalizzati i ragazzi che abitano lontano dagli istituti scolastici, soprattutto in periferia o in provincia, che devono raggiungere la scuola con ingressi scaglionati, per il sovraffollamento o l’assenza di mezzi.
A cura di Alessia Rabbai
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Mezzi pieni a Roma e passeggeri assembrati. Con il ritorno a scuola per le lezioni in presenza gli studenti si trovano a dover fare i conti con gli spostamenti per raggiungere il proprio istituto scolastico. Fanpage.it ha intervistato chi si sposta in città utilizzando il trasporto pubblico, per capire com'è la situazione. Non è facile per molti, soprattutto per chi viene dalla periferia o dalla provincia, particolarmente penalizzato e isolato. A non aiutare le entrate ed uscite scaglionate, in quanto se da una parte dovrebbero evitare che i ragazzi si spostino tutti insieme in un unico orario, prendendo treni, autobus e metropolitana e che si incontrino davanti agli ingressi, dall'altra è difficile in determinati orari riuscire a trovare i mezzi per arrivarci. "Adesso entriamo alle ore 10 e usciamo alle 3.20, però la mattina ho solo un autobus che mi porta a scuola in tempo e se lo perdo non ho alternative. Inoltre mi risulta molto difficile anche tornare a casa" spiega Denise, una studentessa che frequenta il quinto anno dell'Istituto Sereni.

Studenti senza mezzi per andare a scuola o tornare a casa

Non solo autobus che non passano, ma anche stazioni della metro affollate, con passeggeri in fila gli uni dietro gli altri in attesa di salire sulle scale mobili o in banchina, per accedere ai convogli. "Anche i tram sono colmi di passeggeri ed era difficile entrare – spiega Ethan, studente dell'Istituto Vittorio Emanuele II – a mio avviso i mezzi pubblici sono ancora troppo pieni". C'è inoltre chi per spostarsi per raggiungere scuola prende due mezzi, impiegandoci un'ora e mezza, come spiega Davide, un altro studente del Sereni: "Dovendo essere in classe alle 10 esco di casa alle 8, mentre al ritorno, uscendo alle 15.20 torno a casa alle 17. I mezzi sono quelli che sono e non mi sembra essere cambiato tanto rispetto a prima". Quello che i ragazzi chiedono è maggiore frequenza di autobus – spiega Patrizia Marini, dirigente scolastica dell'Istituto Agrario Sereni – perché spesso quando escono non hanno un mezzo per tornare a casa, rischiando di rientrare troppo tardi, senza avere il tempo di assimilare i concetti appresi a scuola".

Servizio di Filippo Poltronieri

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