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Licenziata dopo il tumore, vince la causa contro supermercato: ottiene risarcimento e torna al lavoro

Due tumori al seno e più di tre mesi di chemioterapia. Una volta rientrata nel supermercato in cui lavora, scopre che è stata licenziata. Ma oggi, dopo aver vinto la causa, può tornare al lavoro.
A cura di Beatrice Tominic
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Un tumore al seno, un'operazione e più di tre mesi di chemioterapia all'ospedale di Terni. Poi la recidiva, stavolta curata nell'ospedale De Lellis a Rieti, dove vive. Una volta guarita, un mese dopo essere rientrata al lavoro, scopre che per lei è scattato il licenziamento. "Hai fatto più dei 180 giorni di assenza consentiti dalla legge. Adesso devi andartene", le ha detto il direttore del supermercato dopo un mese in cassa.

È fine dicembre del 2021, la notizia la coglie di sorpresa. "Dopo un mese di lavoro dal mio rientro, mi ha consegnato la lettera di licenziamento: lavoravo nel supermercato da più di 10 anni", ha spiegato a il Messaggero. E così, supportata dall'avvocata Chiara Mestichelli di Rieti, ha sporto causa contro il posto di lavoro, una battaglia legale durata più di due anni che è finita con una vittoria.

Il recesso del contratto risulta "illegittimo per prolungata inerzia datoriale", dopo il rientro di un mese dalla malattia, ha sentenziato il giudice del tribunale del lavoro di Rieti. Come stabilito dalla sentenza, il supermercato dovrà reintegrare la commessa, avendo violato l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori abolito nel 2015, ma ancora valido al momento dell'assunzione della donna e che prevede risarcimenti in caso di licenziamenti discriminatori.

"Oltre al singolo caso – ha commentato l'avvocata – Questa sentenza esprime la massima tutela a tutti le e i pazienti oncologici: troppo spesso, nei contratti lavorativi, malattia oncologica e quella ordinaria sono equiparate. Ma, ovviamente, non può essere così".

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