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L’esperto spiega come prevenire gli annegamenti: “Mai perdere di vista i bambini”

Fanpage.it sul bimbo di tre anni morto nella piscina di un circolo sportivo a Centocelle ha intervistato Giuseppe Andreana, coordinatore della Sezione Salvamento del Comitato regionale Lazio della Federazione Italiana Nuoto. L’esperto spiega come prevenire gli annegamenti.
A cura di Alessia Rabbai
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L'esperto della Federazione Italiana Nuoto Giuseppe Andreana
L'esperto della Federazione Italiana Nuoto Giuseppe Andreana

Sul tema della sicurezza in acqua per prevenire gli annegamenti l'aspetto principale è non perdere mai di vista i bambini. A spiergarlo Giuseppe Andreana, coordinatore della Sezione Salvamento del Comitato regionale Lazio della Federazione Italiana Nuoto. Fanpage.it lo ha raggiunto telefonicamente, mentre è impegnato a Riccione, dove in questi giorni si stanno disputando i Campionati Assoluto SurfLifesaving e di Categoria, che stanno impegnando centinaia di atleti italiani nelle gare in piscina e al mare.

Ieri pomeriggio un bambino di tre anni originario della Costa d'Avorio è morto annegato nella piscina del circolo sportivo Centocelle Football Club in viale della Primavera a Roma, dopo essersi allontanato dalla mamma alla festa di battesimo in un locale all'interno del centro. Anche se non si tratta di un episodio relativo alla balneazione, l'esperto ci spiega le accortezze da tenere a mente per evitare che si verificano fatti drammatici come questo durante la stagione balneare.

A cosa bisogna fare attenzione con i bambini in piscina, al mare o al lago?

L'annegamento è anche definito il ‘killer silenzioso', ad essere potenzialmente pericoloso tuttavia non è il mare, il lago o la piscina in sé, ma l'atteggiamento dell'adulto che dovrebbe controllare. Il primo aspetto fondamentale è quello di sorvegliare i bambini: mai perderli di vista, a maggior ragione se si trovano in prossimità di uno specchio d'acqua. Mai sottovalutare le piscinette gonfiabili, perché un bambino piccolo che cade inavvertitamente con la faccia in avanti con un adulto distatto può affogare anche in pochissimi centimetri d'acqua. A volte gli adulti non percepiscono sufficientemente questo pericolo. Con l'estate la probabilità d'imbattersi in episodi a rischio annegamento aumenta, perché sono maggiori le occasioni di contatto con l'acqua rispetto all'inverno.

Iscrivere un bambino anche molto piccolo ad un corso di scuola nuoto può essere utile a prevenire episodi di annegamento?

Anni fa allo Iusm Università degli Studi di Roma Foro Italico abbiamo fatto una ricerca somministrando un questionario a genitori che portavano i figli ai corsi di baby nuoto. Dai risultati emerso che, indipendentemente dalla storia sportiva dell'adulto che accompagnava il piccolo in piscina, il fatto di fare attività acquatiche aumentava successivamente il senso di attenzione nei confronti dei bambini in spiggia e al mare. Le attività in acqua già dai zero ai due anni insieme al genitore e all'istruttore le consiglio, proprio per abituare ad avere la giusta attenzione.

Quali sono le altre accortezze utili da mettere in atto?

Ad esempio i braccioli, oltre che in acqua si possono lasciare al bambino anche quando gioca sul battigia o in piscina. Sono presidi di supporto al galleggiamento, che però non prescindono dall'attività di sorveglianza. Quindi massima attenzione ai bambini, senza farsi distrarre dagli smartphone. La prima vigilanza ai piccoli spetta agli adulti che li accompagnano, poi ovviamente deve esserci l'assistente bagnante.

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