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Covid 19

Lazio, è scontro sui vaccini: per i medici illegale la somministrazione in farmacia

L’ordinanza firmata ieri dal governatore Zingaretti introduce la possibilità di effettuare il vaccino antinfluenzale anche nelle farmacie. Per i medici di famiglia del Lazio questo è in possibile perché in contrasto con le norme attualmente vigenti. Federfarma: “Bene Zingaretti, decisione importante”.
A cura di Enrico Tata
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Nell'ordinanza con cui ieri il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, ha reso obbligatorio l'utilizzo della mascherina anche all'aperto, c'è anche una parte dedicata al vaccino antinfluenzale che ha provocato la rivolta dei medici di famiglia. Questi ultimi hanno ordinato le dosi per anziani over 60 e per i bambini piccoli, ma coloro che non sono inseriti in una fascia a rischio, i ragazzi maggiorenni e in generale le persone fino a 59 anni, per vaccinarsi contro l'influenza dovranno acquistare la dose in farmacia e poi, questo avveniva negli scorsi anni, farsela somministrare dal medico di famiglia. "Allo scopo di perseguire in modo efficace l’obiettivo di generale copertura vaccinale e di assicurare che il SSR possa fronteggiare l’aumento di domanda anche per le persone di età compresa tra 18-59 anni (residuali rispetto a quelle bersaglio e servite da MMG/PLS) che una quota di 100.000 dosi vaccini, o ulteriore, sia resa disponibile alle Farmacie", si legge nell'ordinanza. Questo per garantire "garantire l’acquisto con oneri a carico del cittadino, secondo un prezzo uniforme di partecipazione che verrà all’uopo individuato, e previo rimborso alla Regione del costo sostenuto".

La protesta dei medici: "Impossibile vaccinare in farmacia"

Nel documento firmato da Zingaretti si autorizzano le farmacie ad effettuare "in presenza dei requisiti e secondo modalità definite dalla Direzione Salute, oltre che la vendita, anche l’organizzazione di un servizio di somministrazione/inoculazione del vaccino con conseguente assunzione di responsabilità; in tal caso il prezzo verrà definito tenuto conto della maggiorazione generalmente corrisposta ai medici di famiglia/ pediatri di libera scelta". Ebbene secondo i medici questo è impossibile: "L'ordinanza è in contrasto, nel merito, con la normativa vigente in materia, che prevede il divieto di cumulo tra la professione di farmacista e quello di altre professioni sanitarie ed esclude la presenza del medico, unico soggetto legittimato a sovraintendere alle vaccinazioni, in farmacia", ha spiegato il presidente della federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. Tra l'altro, ricorda ancora Anelli, le farmacie che avrebbero i requisiti "saranno al massimo 400", "mentre saranno 80 per farmacia le fiale distribuite. Un totale, dunque, di 32000 vaccini, destinati a chi non ha diritto alla somministrazione gratuita: una percentuale minima, che potrebbe tranquillamente continuare ad essere somministrata, come avviene da vent'anni a questa parte, nei 6000 studi dei Medici di Medicina Generale, in ambiente sicuro, attrezzato e protetto in caso di reazioni avverse. 32000 pazienti che, ricordiamolo, dovranno comunque passare attraverso lo studio medico per ottenere la prescrizione, necessaria all'acquisto del vaccino in farmacia".

Federfarma: "Bene Zingaretti"

Federfarma, invece, si è detta d'accordo con l'ordinanza di Zingaretti: "Accogliamo con estremo favore il provvedimento della Regione Lazio che aumenta da 36.000 a 100.000, cioé dall'1,5% al 4% del totale dei vaccini acquisiti dalla Regione, le dosi messe a disposizione dei cittadini attraverso le farmacie", ha spiegato il presidente di Federfarma Marco Cossolo. "Si tratta di una decisione molto importante perché consente di tutelare la popolazione attiva che studia e lavora e che è più esposta al rischio di contagio del virus influenzale. In questo momento di emergenza legato all'aumento di contagi da Covid è fondamentale ridurre la possibilità di sovrapposizione dei sintomi tra influenza e Covid per evitare il congestionamento delle strutture sanitarie. Le farmacie del Lazio, come del resto quelle di tutta Italia, sono capillarmente distribuite sul territorio e facilmente raggiungibili da tutti i cittadini. Per questo possono dare un contributo importante nell'agevolare l'accesso ai vaccini riducendo gli spostamenti e gli assembramenti".

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