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Covid 19

Dieci euro per sbloccare il green pass: la richiesta in uno studio medico di Roma

Una dottoressa ha chiesto a un paziente 10 euro (destinati a un suo collaboratore) per sbloccare i green pass di persone guarite dal Covid.
A cura di Enrico Tata
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La storia è riportata da Clarida Salvatori sul Corriere della Sera: un medico di famiglia ha chiesto di essere pagata per ‘sbloccare' il green pass di un paziente guarito dalla Covid. Un'operazione che, ovviamente, dovrebbe essere gratuita, ma la dottoressa ha chiesto un pagamento destinato a un suo giovane collaboratore che l'aiutava proprio a svolgere questa pratica. La certificazione verde, infatti, viene disabilitata temporaneamente quando un paziente comunica alla Asl di essere positivo. In questo modo ai pazienti viene preclusa ogni attività consentita con il green pass, evitando il rischio che persone positive possano utilizzare a piacimento il loro certificato nonostante il contagio. Quando il tampone dà finalmente esito negativo, i pazienti devono comunicarlo al loro medico di famiglia e quest'ultimo ha il compito di riattivare la certificazione verde, gratuitamente.

L'audio della dottoressa: "Dieci euro per ‘liberare' il green pass"

La dottoressa, stando a quanto riporta il Corriere della Sera, avrebbe inviato questo audio ai suoi pazienti: "Ti mando il numero di un ragazzo esperto in informatica e che mi sta aiutando per liberare i green pass. È un’operazione che lui fa a pagamento di 10 euro per il disturbo che si prende perché è veramente difficile farlo". Per contattare questo ragazzo "gli devi mandare un Whatsapp. Non gli devi né telefonare né inviare un messaggio. Un Whatsapp, dicendo: “Sono il signor …, papà di…, un paziente della dottoressa. Devo liberare il green pass perché mio figlio ha avuto il Covid e ora è negativo. Mi aiuta? Poi vi contattate tra di voi e ti metti d’accordo con lui per farti liberare il green pass e dargli i 10 euro". Insomma, 10 euro per il disturbo. Non c'è però alcuna norma che permetta una simile richiesta di pagamento nell'ambito di uno studio di medicina generale.

La replica: "Nessuna truffa, solo un consiglio"

Questa la replica della dottoressa raccolta dal quotidiano locale Il Tiburno: "Somministro fino a trenta vaccini a seduta. Sto seguendo dal primo giorno l’emergenza Covid, rispondo a due telefoni e al fisso mentre faccio visite e ho pazienti in sala di attesa. In 33 anni di servizio, mai un’ombra e ora qualcuno mi ha accusato ingiustamente per aver indicato un servizio? Sempre più spesso i pazienti guariti dal Covid non riescono a ottenere lo sblocco del Green pass che si può aggiornare anche autonomamente con l’accesso al portale regionale, in farmacia, nei centri vaccinali, ma anche appunto dai medici di base. Essendo io particolarmente oberata, tant’è mi capita di restare a studio fino a tarda serata, solo ieri ho ricevuto decine di chiamate sul fronte Covid, 70 pazienti positivi e uno intubato, mi è capitato di dire ai pazienti che me ne facevano richiesta, che si sarebbero potuti rivolgere a un giovane per essere aiutati a sbrigare la pratica del green pass. Era solo una indicazione. I dieci euro? Ho consigliato di sdebitarsi con questo ragazzo di vent’anni appassionato di informatica con poco più di una mancia, per il servizio reso. Appunto, mica i soldi erano per me? Io al contrario sono molto brava con le prognosi, ma non con i computer. Peraltro ho fatto il giuramento a Ippocrate e non a Bill Gates ”.

L'avvocato del medico ha aggiunto: "La dottoressa ha solo consigliato a qualche paziente come sbrigare l’intoppo del Green pass. Ha avuto il ruolo di Problem solver, ossia risolutore di quei problemi che la burocrazia di continuo senza pietà e anche in piena pandemia scarica sui cittadini e sui professionisti. Quindi, non suggerimento. Nessuna truffa, nessuna ruberia, e nemmeno nessun doppio scopo".

"Al momento è stato aperto un fascicolo sul caso per i necessari accertamenti", fa sapere l'Ordine dei Medici di Roma.

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