357 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Il Lazio resta zona gialla: perché va meglio rispetto alle altre Regioni secondo gli ultimi dati

I ricoveri continuano ad aumentare e in generale il sistema ospedaliero, per stessa ammissione della Regione Lazio, è in grande sofferenza. Tuttavia il Lazio resterà zona gialla e non diventerà zona arancione perché è una delle regioni italiane che presenta i dati migliori e più promettenti rispetto alle altre.
A cura di Enrico Tata
357 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

I pronti soccorsi del Lazio, come dimostra il caso del Policlinico di Tor Vergata, sono in condizioni critiche, i ricoveri continuano ad aumentare e in generale il sistema ospedaliero, per stessa ammissione della Regione Lazio, è in grande sofferenza. Il punto di non ritorno è fissato intorno al 20 novembre: per quella data il rapporto nuovi ricoveri/ dimissioni dovrà invertirsi, altrimenti i posti letto messi a disposizione dalla Regione per i pazienti Covid (5.300 in totale, tra cui 900 di terapia intensiva) potrebbero non bastare più e porterebbero l'intero sistema al collasso. Tuttavia nel Lazio i 21 indicatori messi a punto dall‘Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute per monitorare l'andamento locale della pandemia fotografano una situazione migliore, se pur critica, rispetto alle altre grandi regioni italiane e per questo la regione resterà ‘zona gialla' e non diventerà, per ora, ‘zona arancione' o ‘zona rossa'. Alcuni parametri addirittura farebbero pensare a una leggera (ma che potrebbe essere decisiva) inversione di tendenza, segno che forse le misure restrittive imposte da Regione e governo stanno cominciando a dare i loro frutti.

Nella serata di oggi, 10 novembre, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ufficialmente firmato l'ordinanza che individua cinque nuove regioni che passano da area gialla a area arancione: Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana, Umbria. La provincia di Bolzano, invece, entra in zona rossa. In zona gialla rimangono Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Veneto. In zona arancione ci sono Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria. In zona rossa ci sono Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano.

I nuovi dati: cresce il numero dei focolai anche nel Lazio

Gli ultimi dati sono aggiornati al 9 novembre, ma fanno riferimento al periodo compreso tra lunedì 26 ottobre e domenica primo novembre. Il tasso di incidenza dei casi (cioè quanti casi di Covid-19 ogni 100mila abitanti) è basso rispetto alle altre grandi Regioni (nel Lazio è pari a 425 casi ogni 100mila abitanti, contro i 633 della Campania, i 775 della Liguria, gli 877 della Lombardia, i 533 del Veneto e i 700 del Piemonte). I nuovi casi sono in aumento (lo erano quella settimana) come è in crescita il numero dei focolai, ma la probabilità di diffusione del virus rimane moderata (è alta ad esempio in Liguria e non valutabile in Basilicata).

Immagine

L'indice Rt: nel Lazio è 1.22, in Lombardia 1.99

Il Lazio, inoltre, ha una buona capacità di tracciamento dei casi, secondo gli indicatori dell'Iss. L'indice Rt del Lazio è in diminuzione rispetto alle ultime rilevazioni: 1.22, con intervallo tra 1.16 e 1.24. E' più alto nelle province, soprattutto a Viterbo, e più basso a Roma e provincia. L'indice Rt, ad esempio, è pari a 1,64 in Campania, 1,73 in Basilicata, 1,99 in Lombardia. Un indice Rt sotto quota 1 significa che l'epidemia è sotto controllo e l'unica regione in questa situazione sono le Marche con indice Rt pari a 1,01. Tuttavia l'indice del Lazio prefigura lo Scenario 2 (il 4 è quello più grave): "situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve-medio periodo". Anche il sistema sanitario del Lazio sta tenendo: al primo novembre erano occupate il 20 per cento delle terapie intensive e il 34 per cento dei reparti ordinari.

Immagine

Crescono ancora i ricoveri

Il dato più preoccupante, però, è quello sull'evoluzione di questi parametri: secondo gli esperti dell'Iss, infatti, c'è il 50 per cento di probabilità che nei prossimi 30 giorni i reparti siano occupati per oltre il 40 per cento e le terapie intensive per oltre il 30 per cento. Inoltre la classificazione del rischio è "moderata", ma "con probabilità alta di progressione a rischio alto". La classificazione del rischio, per esempio, è alta in Liguria e in Lombardia, dove si assiste a un "sovraccarico in terapia intensiva" e c'è "evidenza di nuovi focolai in RSA/case di riposo". Infine, nel Lazio, unica regione italiana con il Molise, non ci sono situazione di allerta sulla capacità di resilienza del sistema sanitario, cioè come il sistema sanitario sta rispondendo alla pandemia (numero di addetti impiegati per il contact tracing, rapporto tamponi effettuati /casi positivi, numero di persone impiegate per effettuare i test).

Per queste ragioni, analizzando i dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità, il Lazio, insieme al Molise e alle Marche, è una delle Regioni che presenta, al momento, parametri migliori in merito alla gestione della pandemia da coronavirus. Ma, come detto, anche nel Lazio la situazione è complicata, per stessa ammissione del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Tuttavia, anche per quanto riguarda l'aumento dei casi, negli ultimi giorni si sta assistendo a una stabilizzazione dei nuovi contagi (fermi a circa 2500 giornalieri). Decisivi saranno i prossimi giorni.

357 CONDIVISIONI
32805 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views