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Guerra in Ucraina

Il Lazio accoglie nelle residenze universitarie gli studenti ucraini che hanno terminato l’Erasmus

La fine del loro periodo in Erasmus era prevista per questi giorni, ma la regione Lazio ha deciso di accoglierli negli alloggi Lazio Disco: i cinque studenti ucraini resteranno in Italia.
A cura di Beatrice Tominic
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Foto da Instagram.
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Continua l'onda di solidarietà nella regione Lazio nei confronti di tutti e tutte coloro che stanno scappando dalla guerra in Ucraina: oltre ai tanti cittadini e alle tante cittadine in fuga dal loro Paese dopo l'attacco alla Russia, le mobilitazioni stanno coinvolgendo anche tutti e tutte coloro che si trovavano in Italia già prima del 24 febbraio. Fra questi anche alcuni studenti e alcune studentesse che negli ultimi mesi hanno preso parte al programma Erasmus, il progetto di mobilità studentesca attivo sul territorio europeo.

Kateryna, Daniil, Oleksii, Mariia e Kate: è a loro cinque che, proprio in questi giorni, è scaduto il periodo previsto per lo scambio culturale. Stando alle tempistiche fissate dall'Erasmus, infatti, il loro rientro in Ucraina sarebbe dovuto avvenire in questi giorni. La regione Lazio, invece, collaborando insieme all'Università scelta per l'Erasmus dai ragazzi e dalle ragazze, l'ateneo de La Sapienza, ha deciso che li ospiterà nelle residenze di Lazio Disco, l'ente regionale che promuove il Diritto allo Studio e alla Conoscenza.

La decisione congiunta di università e regione

Come hanno fatto sapere sui social network con una nota congiunta la regione Lazio e il suo governatore Nicola Zingaretti, ricondivisa poi dai profili dell'Università degli Studi di Roma La Sapienza, agli studenti e alle studentesse verrà data ospitalità e accoglienza: "Non possono tornare nel loro Paese a causa dell’invasione voluta da Putin. Un gesto doveroso per garantire a queste ragazze e questi ragazzi la possibilità di continuare a formarsi lontani dalla guerra – poi, hanno specificato che non si tratta di una decisione isolata – Potranno accedere a tutti i servizi del diritto allo studio della regione, è un gesto doveroso di solidarietà, come è avvenuto nei mesi scorsi con tanti studenti afghani."

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