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Il condominio sociale non c’è più: l’immobile viene dissequestrato, e il comune perde i soldi

Che fine ha fatto il condominio sociale progettato per ospitare i senzatetto a San Lorenzo? A neanche due anni di distanza dall’inaugurazione, l’immobile sotto sequestro che l’ospitava è tornato al suo proprietario, e il comune di Roma ha perso i fondi della ristrutturazione.
A cura di Simona Berterame
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"Un progetto concreto di riscatto". Virginia Raggi definiva così il condominio sociale di San Lorenzo, inaugurato a fine agosto 2020 quando era ancora la prima cittadina della Capitale. Un edificio tolto alla criminalità organizzata e donato ai senza fissa dimora della zona, offrendo loro un alloggio ma anche un percorso di reinserimento sociale e lavorativo. Sei appartamenti per un totale di quattordici posti letto in una palazzina di tre piani in via dei Reti. Annunciato fin dai tempi della giunta Marino, il progetto è stato reso possibile anche grazie ai fondi europei Pon Metro, Fead e Pon Inclusione . A vincere il bando l'Esercito della Salvezza che per alcuni mesi aveva avviato un percorso non solo assistenziale ma di progressivo recupero e integrazione sociale.

Ora l'immobile è stato restituito al proprietario alla fine della scorsa estate, neanche un anno dopo l'apertura del condominio sociale. Ma cosa è successo? La palazzina non era sottoposta ad un sequestro definitivo, il proprietario ha fatto ricorso e ha vinto. Perciò dopo la sentenza di revoca del sequestro, e la  richiesta da parte dell'Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati di riconsegnare la palazzina, il progetto si è fermato. Il Comune di Roma si è trovato così costretto a chiedere se avrebbe dovuto riconsegnare i soldi spesi per la ristrutturazione (circa 40mila euro).

È scritto nero su bianco su un allegato alla rendicontazione PON-METRO 14-20 (Programma Operativo Città Metropolitane) ovvero il programma operativo nazionale unitario di interventi per lo sviluppo urbano sostenibile. Nel documento il Comune di Roma chiede circa "all’ammissibilità delle spese sostenute per l’adeguamento di un immobile sequestrato alla mafia e ceduto in comodato d’uso al Comune, successivamente riconsegnato al proprietario a seguito di sentenza di revoca del sequestr"o. La risposta dell'Agenzia per la Coesione Territoriale è netta: i soldi (in parte) vanno restituiti poiché "si è verificata una modifica sostanziale che altera la natura, gli obiettivi e le condizioni di attuazione dell’operazione". 

Ora passando davanti all'immobile non c'è più traccia del progetto di inclusione sociale partito appena un anno e mezzo fa. "È un vero peccato, ci dice un residente che abita a pochi passi dal palazzo, il programma funzionava poi qualche mese fa hanno smantellato tutto”.

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