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Il comandante del Nucleo Radiomobile di Roma: “Vi racconto come è la vita dentro la gazzella”

Fanpage.it ha intervistato il colonnello Alessandro Dominici, comandante del Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Roma. Ci ha parlato dell’attività di pronto intervento dell’Arma al servizio dei cittadini e del lavoro sul territorio complesso e variegato della Capitale.
A cura di Alessia Rabbai
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Il colonnello Alessandro Dominici, comandante del Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Roma
Il colonnello Alessandro Dominici, comandante del Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Roma

Tempestività nell'intervento, dialogo con i cittadini e presenza costante sul territorio sono alcune delle caratteristiche che emergono dalla docu-serie Rai 112, "Le Notti del Radiomobile", in onda su Rai 3 a partire da venerdì 29 marzo. Il colonnello Alessandro Dominici è il comandante del Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Roma. Con una una carriera pluridecennale e geograficamente variegata alle spalle, prima di arrivare nella Capitale, dove si trova da quattro anni, ha comandato il Nucleo Radiomobile di Napoli e ha girato varie parti d'Italia, tra le quali Piemonte, Sardegna e Molise. Sono diversi gli incarichi che ha ricoperto, tra cui comandante di Compagnia, comandante di Nucleo operativo e da nove anni è comandante di Nucleo Radiomobile di grandi città.

Che tipo di città è Roma e quali sono i quartieri più critici?

Roma è la città più grande e complessa d'Italia per struttura sociale e territoriale. È come se fosse l'insieme delle altre città italiane poste in uno spazio contiguo: per dare un'idea delle dimensioni che ha a livello geografico, componendo un puzzle immaginario, starebbero tutte all'interno del suo territorio. La Capitale è suddivisa in tre macroaree per il piano coordinato di controllo del territorio, che ci fa integrare il lavoro con quello della Polizia di Stato. Ciascuna di queste ha delle zone più critiche rispetto ad altre: i reati sono distribuiti in maniera abbastanza omogenea, un discorso a parte va fatto per lo spaccio di sostanze stupefacenti, che interessa soprattutto alcune aree di Roma Est e Sud Ovest "a macchia di leopardo", in particolare, per citarne alcune, San Basilio, Quarticciolo, Tor Marancia, Corviale.

Quali sono i reati più diffusi per i quali intervenite?

Rispetto alle tipologie di reato più frequenti e complesse che affrontiamo, quelle che ci impegnano maggiormente in termini numerici e di delicatezza sono i cosiddetti "codici rossi", un termine che si riferisce ai delitti di genere e domestici, come i maltrattamenti contro conviventi e stalking. Ci sono poi i delitti predatori da strada, più frequenti nel centro storico. Per i furti in appartamento c'è una certa omogeneità in città. Farmacie, banche, poste e gioiellerie sono obiettivi sensibili, dove possono verificarsi furti o rapine e che sorvegliamo con particolare attenzione.

Come intervenite in casi di violenza contro le donne nei quali spesso sono coinvolti anche minori?

Questa tipologia di reati ci richiede una capacità professionale un po' più spiccata del solito, perché serve un'interazione attenta con le vittime di violenza, attraverso un approccio, che viene definito "vittimologico". Nel Nucleo Radiomobile di Roma abbiamo militari specializzati nella gestione delle vittime di violenza. È necessario infatti avere una certa attitudine psicologica, specialmente quando sono coinvolti bambini e adolescenti, partendo dal fatto che un minore che assiste ad una lite tra i genitori ha già subito uno shock. Dobbiamo conquistarci la fiducia della vittima di violenza, che si trova in uno stato emotivo estremamente vulnerabile e ha bisogno del nostro sostegno. Già nelle prime fasi dell'intervento è importante riuscire ad infonderle sicurezza, anche per rinfrancare i suoi propositi di reagire contro l'aggressore e denunciarlo. Questo tipo di interventi ci attiva in vari modi: i più classici sono le segnalazioni che arrivano alla centrale operativa tramite il Numero Unico delle Emergenze 112 da parte della vittima stessa, dei famigliari o degli amici.

Nei suoi quattro anni a Roma ricorda fatti di cronaca particolari che ha seguito?

Sono veramente molti, il più critico in termini d'impatto è stata la strage di Fidene del 22 dicembre del 2022, in cui durante una riunione condominiale nel dehor di un bar un uomo ha ucciso quattro persone a colpi d'arma da fuoco; altri episodi drammatici sono stati la morte di una bambina dimenticata in auto in un parcheggio della Cecchignola a giugno 2023; il caso di due uomini conviventi in cui uno ha ucciso di botte l'altro sulla sedia a rotelle e codici rossi avvenuti in diverse zone di Roma, che si sono conclusi con delle lesioni importanti. Ricordo inoltre un nostro intervento in un incendio vicino a San Pietro, quando alcuni militari sono entrati in un appartamento in fiamme prima dell'arrivo dei vigili del fuoco, per evacuare i residenti. In contesti di tentati suicidi i militari sono riusciti a convincere a far desistere e a farsi curare persone intente a togliersi la vita, come ad esempio gettarsi da un ponte, tagliarsi con delle lame o assumere sostanze letali. Spesso prezioso è il lavoro dello stesso operatore della centrale, che tiene impegnata la persona, fino all'arrivo della pattuglia.

Quali sono le peculiarità del Nucleo Radiomobile dell'Arma dei carabinieri?

È un organo orientato all'attività di controllo del territorio e del pronto intervento, come prima risposta al cittadino. Il Nucleo Radiomobile di Roma, in particolare, è il più grande d'Italia, copre un territorio molto vasto, che coincide con il Gruppo di Roma, ossia l'area della Capitale, che ricade all'interno del Grande Raccordo Anulare. Le pattuglie e il personale in uniforme per le strade hanno anche lo scopo di infondere un senso di sicurezza nei cittadini e fargli sentire la presenza dello Stato.

Come comandante del Nucleo Radiomobile di Roma in cosa consiste il suo lavoro?

Mi occupo della parte gestionale e organizzativa della struttura degli uffici e dei servizi. Il Nucleo Radiomobile è infatti suddiviso in varie compagini, comandate a loro volta da ufficiali, che sono i miei principali collaboratori, i quali a loro volta dispongono i servizi sul territorio, in un regime che dev'essere perfettamente coordinato 24 ore su 24. Aspetti fondamentali di questo lavoro sono la presenza sul territorio e la velocità nell'acquisizione delle informazioni. Per quanto riguarda le attivazioni del pronto intervento, queste ultime partono quasi sempre dalla centrale operativa, che è l'anello nevralgico del pronto intervento, in quanto recettore primario delle emergenze dei cittadini.

Quando vengono attivati gli inseguimenti e come avvengono?

Nel caso dell'inseguimento si tratta di una modalità specifica, attraverso la quale si interviene: viene attivato più frequentemente quando si verifica un reato davanti agli occhi dei militari, ma anche tramite la centrale operativa, con i nostri mezzi, o a piedi. La caratteristica dell'inseguimento è che si deve cercare di non arrecare pericolo al contesto circostante nel quale ci si muove velocemente e con le sirene accese. Tramite la centrale operativa si attiva poi una canalizzazione su tutti gli altri servizi in atto, per creare una sorta di rete mobile che converge per "chiudere" e catturare la macchina o le macchine in fuga.

Come sarà il lavoro del Radiomobile durante il Giubileo 2025?

Verrà affrontato l'argomento dei rinforzi e tutte le misure di sicurezza necessarie, considerando l'attuale panorama internazionale, anche con la messa in campo di compagini specialistiche, come artificieri e cinofili. Roma infatti non è nuova all'attivazione di massicci sistemi preventivi in vista di appuntamenti internazionali, com'è accaduto per il G20 del 2021. Decisioni di questo tipo vengono prese dalle autorità preposte come prefetto, questore e comandante provinciale dell'Arma dei carabinieri. Particolare attenzione verrà riservata ai punti nevralgici della città, come mentropolitane, stazioni ferroviarie, aeroporti, strade, luoghi di aggregazione culturali e religiosi.

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