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Frode da 10 milioni sul Superbonus, arrestato imprenditore edile: fatturava lavori mai svolti

Un imprenditore romano è stato arrestato per una frode sui bonus edilizi da 10 milioni di euro. Fatture false per lavori mai eseguiti e crediti d’imposta fittizi: coinvolti anche tre tecnici.
A cura di Francesco Esposito
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Fatture per lavori inesistenti che venivano rimborsati grazie al Superbonus. Un imprenditore edile romano è stato arrestato dalla guardia di finanza, su mandato del giudice per le indagini preliminari, nell'ambito di un'inchiesta della procura su una frode nella fruizione di bonus edilizi. I militari hanno notificato anche tre misure interdittive e sequestrato 10 milioni di euro in beni, come l'ammontare dei crediti d'imposta falsi.

Truffa aggravata approfittando del Superbonus 110%

Ad essere colpita è anche la società di cui l'imprenditore è rappresentante legale, che è stata esclusa da agevolazioni, finanziamenti e contributi. Secondo le indagini svolte dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma, l'uomo avrebbe messo in piedi una frode ai danni dello Stato, approfittando della agevolazioni "Superbonus 110%" e "Sismabonus 110%" ed è ora accusato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Contratti con sei condomini di Roma

L'impresa aveva stipulato dei regolari contratti d'appalto con sei condomini della Capitale per lavori di recupero del patrimonio edilizio, efficientamento energetico e sismico. Le opere pattuite, però, non sarebbero mai state svolte, solo che le fatture venivano emesse lo stesso. Queste venivano "utilizzate per generare crediti di imposta fittizi, oggetto in parte di successive operazioni di monetizzazione tramite cessioni a terzi e compensazione dei debiti erariali", come spiega la guardia di Finanza.

Tre tecnici accusati di falso

Nel raggiro da milioni di euro entravano in gioco anche tre professionisti che avrebbero redatto false relazioni tecniche che certificavano lo stato d'avanzamento dei lavori "al fine di rispettare i requisiti formali previsti dalla normativa di settore per il riconoscimento e la cessione dei crediti d’imposta". Per loro, accusati di falso, il gip ha disposto il divieto di esercitare l'attività professionale.

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