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Emergenza Rifiuti

Emergenza rifiuti a Roma: un’alternativa ai mega biodigestori c’è per gli ambientalisti

Massimo Piras, rappresentante del Movimento Legge Rifiuti Zero ha spiegato a Fanpage.it di aver già avviato azioni legali contro la realizzazione dei mega biodigestori a Cesano e Casal Selce e che un’alternativa esiste.
A cura di Alessia Rabbai
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La manifestazione a Monte Carnevale del gennaio 2020 (Immagine di repertorio)
La manifestazione a Monte Carnevale del gennaio 2020 (Immagine di repertorio)
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Il Movimento Legge Rifiuti Zero ha dichiarato di aver avviato azioni legali rispetto alle delibere sui progetti preliminari di Ama approvati dalla Giunta Capitolina, che vedono nuovi impianti per risolvere l'annosa e ciclica emergeza rifiuti di Roma. Fanpage.it ha intervistato il rappresentante del movimento, Massimo Piras, che ha espresso da una parte la totale contrarietà alla realizzazione di due biodigestori da 100mila tonnellate ciascuno a Cesano e Casal Selce e dall'altra ha proposto delle alternative, puntando sul concetto di prossimità, con mini impianti di periferia, compostiere di comunità per il centro storico e piccoli siti per gli scarti. Il Movimento Legge Rifiuti Zero il 27 febbraio ha organizzato un incontro per tutti i comitati che si occupano di rifiuti e tutela del territorio di Roma e Lazio a Spintime in via Santa Croce in Gerusalemme 55 dalle ore 9 alle 13 durante il quale annuncia che "verranno prese delle decisioni importanti sulle prossime azioni da intraprendere per impedire che i progetti preliminari degli impianti di Ama vadano avanti".

"Biodigestori enormi, ospiterebbero l'organico di tutta Roma"

Piras ha spiegato che i progetti dei due biodigestori a Cesano e a Casal Selce vorrebbero sfruttare i siti già individuati per gli impianti di compostaggio aerobico della Giunta Raggi e che hanno avuto una prima valutazione d'impatto ambientale. "La differenza è che i nuovi sarebbero due biodigestori, da 100mila tonnellate ciascuno, pensati per raccogliere la frazione organica di tutti i municipi di Roma, in pratica quella che attualmente esportiamo a Pordenone – spiega – Un mega impianto che vedrebbe quattro contenitori alti otto metri, con un notevole impatto ambientale: l'immissione di biometano in rete è disastrosa, perché la rete italiana, che Secondo l'Agenzia Europea dell'Ambiente è la peggiore in Europa dopo la Germania, ha il 20% di perdite in atmosfera. Ciò che più ci preoccupa inoltre è l'inquinamento delle falde per il fango ‘digestato', che rappresenta lo scarto industriale del 90% delle 100mila tonnellate di rifiuti che entrano, che sarà compostato e sparso su terreni agricoli".

"Tanti mini impianti di periferia e compostiere per il centro storico"

Massimo Piras a nome del Movimento Legge Rifiuti Zero ha spiegato a Fanpage.it che hanno delle proposte da avanzare alla Giunta comunale, in alternativa ai biodigestori: "Guardare al principio della prossimità, con una decina di piccoli impianti di compostaggio aerobico distribuiti su tutti i municipi periferici e impianti di compostaggio di comunità o elettromeccanici nel I e II Municipio, che si possono realizzare anche all'interno dei parchi e delle ville storiche. Prevediamo inoltre piccoli siti per gli scarti secchi. Altro aspetto fondamentale è curare e migliorare la raccolta differenziata, che dev'essere di qualità e raggiungere una percentuale minima del 65%.

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