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Covid 19

Il Covid non da tregua agli ospedali del Lazio. La Cgil: “Servono 10mila assunzioni”

Fanpage.it ha intervistato il segretario generale della Fp Cgil di Roma e del Lazio Giancarlo Cenciarelli sulla situazione degli ospedali e sulla carenza degli operatori sanitari.
A cura di Alessia Rabbai
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Aumentano i positivi al Covid-19 a Roma e nel Lazio e con i nuovi contagi salgono anche i ricoveri in ospedale e in terapia intensiva, oggi rispettivamente a 1373 e 190 pazienti sul territorio regionale. Fanpage.it ha intervistato Giancarlo Cenciarelli, segretario generale della Fp Cgil di Roma e del Lazio che ha lanciato un allarme su quella che definisce stia diventando "una situazione sempre più esplosiva".

Aumento di accessi in ospedale e carenza di personale

"Sono due i fattori che stanno concorrendo a una difficoltà di gestione e a un maggiore carico di lavoro: da una parte l'aumento degli accessi negli ospedali a seguito dell'elevato numero di casi dovuto alla quarta ondata e dall'altra la riduzione della disponibilità del personale, anche per il fatto che una buona parte di esso risulta contagiato, con oltre mille positivi – spiega Cenciarelli – È vero che sono stati fatti degli sforzi l'anno scorso sul fronte delle assunzioni nella prima fase della pandemia, ma il Lazio arriva da una situazione di carenza di organico disastrosa. Quest'anno ci sono e ci saranno nuovi peggioramenti, con i pensionamenti e le assunzioni basse siamo tornati alla situazione precedente".

Aumbulanze ferme e ritardi nelle chiamate d'emergenza

Cenciarelli spiega che le figure che sono destinate anche a smistare i pazienti all'interno degli ospedali hanno difficoltà nell'allocazione dei pazienti, con una media di cinquanta ambulanze ferme nel Lazio: "Per prenderli in carico ci vuole più tempo e questo significa che l'utente che è stato trasportato al pronto soccorso non può essere preso in carico subito, quindi l'ambulanza deve rimanere ferma. Ciò si ripercuote sia su chi è a bordo sia sui cittadini, perché quel mezzo non è disponibile subito per intervenire in eventuali altre emergenze. "Abbiamo registrato ritardi suoperiori a 40 minuti dopo una chiamata al 118, perché i mezzi sono occupati – aggiunge – Ciò riguarda anche gli interventi di codice rosso, perché si rischia di avere degli effetti pesanti sul servizio in generale".

Violenza contro gli operatori sanitari

All'aumento di accessi in ospedale, alla carenza del personale, alle ambulanze ferme e ai ritardi nelle chiamate d'emergenza un'altra questione non meno grave riguarda gli episodi di violenza contro il personale sanitario in servizio. "L'ultimo è accaduto lo scorso 26 dicembre all'ospedale San Giovanni, del quale a rimanere vittima è stata una giovane operatrice – spiega – Ciò porta ad un incremento della tensione sul posto di lavoro e a maggiori ritardi nella presa in carico dei pazienti e tutto questo sta diventando una spirale pericolosa".

Assumere i lavoratori

"La richiesta di Cgil è quella di interrompere il prima possibile questa situazione, con l'unica cosa utile che si può fare in questi casi: assumere. Stimiamo infatti che per la sola implementazione delle strutture previste dal Pnrr sia necessari almeno 3500 operatori, in totale 10mila. Ci sono infatti alcune graduatorie come quella dell'ospedale Sant'Andrea, che presentano ancora un migliaio di idonei che possono essere assunti. Bisogna avviare a un processo di stabilizzazione del personale, per far fronte a questa situazione di precariato dei contratti a termine e per rispondere anche allo stato di tensione psicologica nel quale costantemente lavorano gli operatori".

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