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Dopo le proteste, Gualtieri fa marcia indietro sul black point di San Basilio: al vaglio modifiche

Qualcosa non sta funzionando nella gestione del traffico a San Basilio e così il sindaco Gualtieri e l’assessore ai Trasporti, Eugenio Patanè, stanno pensando ad alcune modifiche per mitigare gli effetti per gli automobilisti.
A cura di Enrico Tata
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Le modifiche alla viabilità per il ‘black point' di San Basilio, a Roma, non convincono i cittadini, esasperati dalle continue e lunghissime code nella zona compresa tra via del Casale di San Basilio, via Nomentana e via Diego Fabbri. Qualcosa non sta funzionando nella gestione del traffico e così il sindaco Gualtieri e l'assessore ai Trasporti, Eugenio Patanè, stanno pensando ad alcune modifiche per mitigare gli effetti per gli automobilisti.

Stando a quanto si apprende da fonti del Campidoglio, il nuovo piano è stato discusso oggi in Campidoglio. Nel corso di una riunione che viene definitiva ‘operativa', sono stati valutati alcuni correttivi per migliorare l'impatto sul traffico nel quadrante, ma mantenendo ferma l'intenzione di salvaguardare la sicurezza stradale.

Del resto le modifiche alla viabilità sono state realizzate per mettere in sicurezza un incrocio pericoloso in quel quadrante. I cosiddetti ‘black point' sono infatti incroci o tratti stradali ad alto rischio incidenti. A Roma ne sono stati individuati 175, sono partiti da tempo i lavori per metterli in sicurezza e tra questi c'è anche il ‘black point' di San Basilio.

Agli uffici del dipartimento Mobilità, fanno sapere dal Campidoglio, è stato dato mandato di verificare le ipotesi di modifica discusse nell'incontro di oggi e di presentare nei prossimi giorni gli approfondimenti richiesti.

Da tempo i comitati di quartiere avevano avvertito che la nuova mobilità avrebbe trasformato le zone di Giardino Nomentano e San Cleto in un'immensa rotatoria. Il 1 settembre la sperimentazione del progetto è entrata in vigore, ma nei giorni successivi, ha dichiarato il coordinatore del comitato Giardino Nomentano, Domenico Scarpa, all'agenzia Dire, si è registrato "un aumento netto dello smog, un peggioramento netto della qualità dell'aria e inquinamento acustico. E poi c'è un netto peggioramento della qualità di vita delle famiglie. È giusto cambiare ma non così. Aspettare la fine della sperimentazione, dai 2 ai 6 mesi, significa morire ogni giorno per tutto il 2026. Una soluzione alternativa va trovata al più presto, tutti insieme".

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