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Dopo l’attentato a Washington rafforzata la sicurezza al Ghetto di Roma: “Rischio emulazione”

Dopo l’attentato a Washington la questura di Roma ha deciso di innalzare i livelli di sicurezza nella zona della sinagoga e del Ghetto ebraico. Il rafforzamento dell’allerta è dovuto al rischio emulazione.
A cura di Enrico Tata
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Il ghetto di Roma.
Il ghetto di Roma.

Dopo l'attentato a Washington, dove sono stati uccisi due diplomatici israeliani, la questura di Roma ha deciso di innalzare i livelli di sicurezza nella zona della sinagoga e del Ghetto ebraico. Il rafforzamento dell'allerta, stando a quanto si apprende, è legato al "rischio emulazione" e per questo è stato aperto un "focus di sicurezza".

A Washington due dipendenti dell'ambasciata israeliana sono stati uccisi a colpi di pistola all'esterno del Jewish Museum. L'autore dell'attentato, un estremista, dopo l'arresto avrebbe gridato: "Free Palestine".

Le due vittime dell'attentato sono Yaron Lischinsky e Sarah Milgrim, entrambi impiegati presso l'ambasciata israeliana negli Stati Uniti, che così ha commentato l'attentato in una nota: "Yaron e Sarah erano nostri amici e colleghi. Erano nel fiore degli anni. Ieri sera, un terrorista li ha uccisi a colpi d'arma da fuoco mentre uscivano da un evento al Capital Jewish Museum di Washington. L'intero personale dell'ambasciata è devastato dal loro assassinio. Non ci sono parole che possano esprimere la profondità del nostro dolore e del nostro orrore per questa perdita devastante. I nostri cuori sono con le loro famiglie e l'ambasciata sarà al loro fianco in questo momento terribile".

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